N.N.TC "N.N."

 

È disteso per strada a bocca
in su, guarda fisso il cielo con un’espressione di sfida e ha in tasca qualche
spicciolo e una chiave. Si tratta apparentemente di una morte dovuta a cause
naturali, ma, nonostante la sua intenzione fosse stata quella di andare dal
tabaccaio a comprare delle sigarette, non era il caso di uscire senza documenti
con tutto quello che è successo nel paese ultimamente. Per identificarlo
conteranno soltanto su questa chiave anonima che apre una fra le innumerevoli
case della città. In essa qualcuno aspetta ed aspetterà a lungo con crescente
angoscia e alla fine si risolverà a telefonare alla polizia, senza mai pensare
che la disgrazia sia irreparabile perché gli vengono in mente altri motivi che
spiegano il prolungato ritardo. Forse si presenterà direttamente al comando per
informare circa la scomparsa e chiedere un’indagine. Ma niente di tutto ciò è
ancora successo e magari niente succederà finché non saranno trascorsi alcuni
giorni. Forse l’uomo viveva solo, senza parenti né amici in città, e le poche
persone che lo conoscevano non si preoccuperanno per la sua mancanza. Se voleva
fare un viaggio e se n’è andato senza consultarsi è nel suo diritto, a nessuno
piace che gli altri si immischino nei propri affari. Forse è un emarginato che
viveva al di fuori della società e allora nessuno lo cercherà perché non c’è
chi possa avvertire la sua scomparsa e lo sconosciuto, morto per strada, sarà
deposto nella fossa comune come N.N. dopo aver compiuto l’inevitabile periodo
nella morgue.

Non c’è niente di strano in
tutto questo, nessun motivo per sorprendersi o scandalizzarsi. La morte non
cambierà niente di quella che è stata la sua vita, sarà un autentico N.N., non
come altri che sono andati a finire nelle fosse comuni grazie alla confusione
regnante nel paese negli ultimi tempi. Si dice che esse non furono sufficienti
e occorse gettare i cadaveri al fiume. Alcuni, temerariamente, impudicamente
arrivarono sulle coste del paese vicino; fu per questo che il capo della
polizia disse che non c’erano “desaparecidos” in vita, molti erano stati
rimessi in libertà e stavano all’estero ed altri erano usciti clandestinamente
dal paese. Per impedirgli di arrivare così lontano nella loro fuga, li legarono
a grandi blocchi di cemento, però né quelli che restarono sul fondo del fiume
né quelli che sono nelle fosse comuni sono autentici N.N. Qualcuno presentò per
essi inutili ricorsi di “habeas corpus” e inviò i suoi dati ad Amnesty
International che, si sa, difende individui perfettamente identificati.
Colpevoli o innocenti, tutti hanno nome e cognome ed è anche possibile che gli
si faccia giustizia, e se così non fosse, in ogni blocco, in ogni quartiere e
in ogni città qualcuno continuerà a piangere per loro e tutti i vicini
ricorderanno il giorno in cui gli incappucciati irruppero nell’edificio e li
portarono via per sempre. Forse anche lui ha una moglie che l’aspetta a casa
sua, angosciata e piangente, e due o tre piccoli figli che piangono con lei,
per un fenomeno di pura simpatia perché non hanno ancora capito quel che sta
succedendo.

La donna è timida, da quando
si sposarono, dipende da lui; non si azzarderà a chiamare la polizia, però
metterà in allarme i parenti, anzi, i membri maschi della famiglia politica,
visto che si tratta di una cosa da uomini, e anche la suocera, che sempre sa
cosa fare perché è stata colpita da innumerevoli sciagure nel corso della sua
vita. Poi avvertirà, sempre per telefono, la sua stessa famiglia, i suoi
fratelli e il cognato che, se non ricorda male, ha un cugino nella polizia,
benché lei non sappia se sia un ufficiale o un semplice poliziotto e, in
quest’ultimo caso, poco potrà fare. Intanto suona il campanello, è la vicina
della porta accanto, che aveva già preparato il “mate” quando si rese conto che
non c’era lo zucchero. A quest’ora nessun negozio è aperto e, a proposito,
com’è che si è alzata così presto e con la faccia di una che non ha chiuso
occhio tutta la notte? Glielo racconta ma si pentirà dopo, quando gli altri ne
verranno a conoscenza e dovrà ascoltare tante congetture bizzarre come proposte
irrealizzabili. Verranno tutti i vicini e occorrerà preparare il caffè e
offrire delle bevande e, finalmente, mandare uno dei bambini a fare la spesa,
perché consumeranno tutto quello che c’è in casa. Gli uomini, che sono liberi
perché è sabato, usciranno immediatamente, in questura, negli ospedali, dove
sia, non prima di aver accettato quanto gli si offre, è naturale. Le donne si
accomoderanno in tutti i posti a sedere ad aspettare le notizie e tessere la
solita rete di parole pietose, inopportune e addirittura malevole. Si dà per
scontato che vogliono soltanto farle compagnia e confortarla in questo momento
difficile della sua vita. È il loro dovere di brave vicine ed amiche. Nessuno è
esente da disgrazie come questa, oggi a me domani a te, se mai si dia
l’opportunità di ricambiare il favore. Non c’è bisogno di pensare troppo,
l’unica cosa da fare è sperare, calma e fiduciosa, poiché sicuramente niente di
male è successo. Gli uomini sono distratti, escono di casa e dimenticano l’ora,
non pensano che una si preoccupa sempre. Eppure non gli costerebbe niente
telefonare se c’è troppo lavoro o è saltato fuori un problema imprevisto. Forse
ha chiesto il pomeriggio libero per eseguire una pratica, si sa come funzionano
gli uffici pubblici: gli impiegati si prendono il loro tempo, le code sono
interminabili e occorre correre di qua e di là per fare fotocopie e riempire
formulari. Forse è dovuto andare in centro. Allora si capisce, c’è lo sciopero
degli autobus e, se non c’è, è lo stesso, arrivano al completo e non si fermano
e, se è cominciato a piovere, nemmeno si trova un taxi libero, che sarebbe
l’ultima risorsa quando si è fatto troppo tardi. Intanto, gli uomini entrano ed
escono, con delle battute incoraggianti e le facce spensierate, e accettano
altro da bere o soltanto un caffè.

Le ore passano e lei non si
stacca dal telefono che suona di continuo con voci di conforto e nessuna
notizia concreta. Le vicine la circondano in stretto cerchio, si aggiungono
parenti ed amici che abitano più lontano. Alcuni stentano ad arrivare perché
c’è una manifestazione e tutte le strade sono bloccate o perché il traffico è
congestionato, come sempre. Forse si sono distratti di fronte alle vetrine dei
negozi o hanno preso un caffè strada facendo, ma si vergognerebbero di dire la
verità. Non c’è niente di che preoccuparsi, si sa com’è il tale, ha trovato un
amico e, ciarlando, ha perso il senso del tempo. Più tardi sono andati a cena
insieme e, anche se voleva alzarsi per telefonare, non ha potuto farlo perché
gli stavano già portando la bistecca con le patatine fritte. Però, come fanno
presto in questo ristorante, mia moglie sarà in pensiero, va bene, le telefono
dopo cena, e la chiacchiera si allunga, hanno tante cose da dirsi. Poi chi lo
sa, senza dubbio ha fatto tardi, a volte rimane a dormire nel piccolo
appartamento che hanno in centro, abitano in un quartiere così appartato. Non
l’ha avvisata perché non è riuscito a trovare un telefono o perché ha pensato
che lei dormisse e non ha voluto svegliarla. Sì, è vero che nell’appartamento
sono già andati e non c’era nessuno, ma perché pensare a un incidente, forse… e
tutti restano zitti, no, non è possibile, in casi del genere uno si cura bene di
non sollevare sospetti e s’inventa un buon pretesto. Può trattarsi di una di
quelle avventure che si presentano all’improvviso, ma allora avrebbe dovuto
telefonare, perbacco, e non staremmo qui, senza sapere cosa dire né che faccia
fare, ma ognuno a casa sua o nei propri affari, come Dio comanda.

Intanto N.N. si raffredda
all’ospedale senza che nessuno lo sappia, eppure l’idea salta in mente
ripetutamente ai più pessimisti, ma alla fine lo troveranno e recupererà
l’identità malgrado abbia iniziato a decomporsi. Anche lui ha il diritto a una
tomba col suo nome, le date di nascita e di morte e alcuni fiori freschi ogni
tanto, è vero che non si ricordava mai di portarli a sua madre, ma sentì la sua
perdita quando lei morì e l’aveva sempre presente.

Le ore continuano a passare
e N.N. è già completamente rigido, magari non ha una moglie che si prenda cura
di lui, ma i suoi genitori sono ancora in vita, per fortuna, benché siano
troppo vecchi e stiano poco bene. Infine esitano un po’ prima di riconoscerlo,
nonostante sia il loro unico figlio. Forse non si stupiranno se questa
settimana non è venuto a fargli visita, come tutte le domeniche, un attimo
soltanto, mamma, c’è tanto lavoro in ufficio che venerdì ho dovuto portare a
casa delle carte e bisogna che le metta a posto. Sì, lo so che la domenica non
si lavora, però non c’è rimedio. Domenica prossima verrò a pranzare, dopo di
che, ascolteremo la partita e prenderemo il “mate” insieme. E tentando di
coprire “La fija”1 che,
nella tasca, si ostina ad affacciarsi, se ne va via di corsa. Chi lo sa se i
vecchietti avviseranno la polizia e quando staranno così male da dimenticare i
fatti recenti e si rifugeranno nei ricordi del passato.

Forse N.N. non ha dei
congiunti, come si potrebbe sospettare man mano che il tempo continua a passare
e nessuno lo reclama né viene a riconoscerlo; forse ha una fidanzata, no,
un’amante. Allora passerà più tempo ancora, giacché lei ha dei validi motivi
per non far diventare pubblica la loro relazione. Forse finirà per sacrificare
la convenienza all’affetto, ma da lei non ci si dovrebbe aspettare nulla: è
probabile che N.N. sparisca dalla sua vita, come tanti altri, senza che le
venga in mente che possa essere morto.

Non c’è nessuno che venga a
reclamarlo, non perché sia stato un solitario ma perché, in questi giorni, si
trovava, solo casualmente. Qualche volta succede, questione di fortuna, però
lui ha sempre avuto successo con le donne. Non ci sono familiari né amici,
tranne la fidanzatina dei quindici anni che sposò un altro – un imbecille – e,
se si ricorda di lui, è per congratularsi di essersi liberata in tempo di un
tale buontempone che sprecava lo stipendio in giochi d’azzardo e festicciole.
Non c’è assolutamente nessuno, soltanto i colleghi di lavoro, che invidiano la
sua vita da scapolo ma sono bravi ragazzi; il capo, che sarà contento di
levarselo dai piedi e riuscirà, alla fine, a piazzare suo nipote; e i padroni
della ditta, che chiamano i dipendenti per nome, una sola volta lo scambiarono
per un altro – niente meno che Rodriguez – e maledetto sia il piacere che gli
procurò. Sono padroni dabbene, di solito assistono alla festa di congedo di chi
va in pensione e mandano fiori alle nascite e corone ai funerali. Appunto per
questo hanno una segretaria efficiente. Loro, anche se lo volessero, non
potrebbero assumersi personalmente tutti questi impegni. L’impresa non è grande
ma in costante crescita e il numero degli addetti aumenta senza interruzione.
La segretaria sarà efficiente, però con lui fu sempre antipatica e pedante.
Forse passerà un bel po’ di tempo prima che in ufficio si dia inizio
all’indagine. Rodriguez dirà: “Ha abbandonato il suo posto di lavoro quel
mascalzone, sicuramente ha oltrepassato il confine ed è divenuto un latitante,
si sa cosa sono i debiti di gioco, ed è anche possibile che si sia cacciato nei
guai con la polizia”. Tutti sanno che Rodriguez lo odia e sanno addirittura il
perché, ma forse la sua tesi prospererà, non si sa mai, non ci si può fidare di
nessuno. E, se nessuno se ne occupa, i giorni passeranno inesorabilmente e,
quando scadrà il termine, lo porteranno alla fossa comune.

1 Rivista che pubblica i pronostici delle corse di
cavalli e si vende la domenica, a Buenos Aires, nei dintorni dello stadio.

 

 

 


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