Gennaio 1999

Mi sono
innamorata di un uomo che ha vent’anni più di me. Al mio paese le amiche
riderebbero. Qui invece tutto è possibile. Porterò il velo, perché a lui fa
piacere. Le amiche invidiose per i miei jeans europei, ora non capiranno. Sarò
moglie e madre, come lo sono mia madre e le mie zie, come lo sono state le mie
nonne e le loro sorelle. Le amiche penseranno solo alle mille opportunità che
ho perso. Ma io amo questo uomo e prevenire i suoi desideri sarà la mia più
grande gioia. Rispetterò i dettami del Sacro Corano, sarò la sua coperta.

Febbraio 1999

L’ho incontrato in una nebbiosa giornata di dicembre, in
una via di questa città del nord che ci ospita entrambi. Da lontano l’avevo già
visto. Da lontano i nostri occhi si erano già parlati. È chiaro di pelle, la
barba gli incornicia le guance, la bocca e il naso sono piccoli, veste di
grigio, di nero, di blu. Alla moschea, ricordo, l’ho visto inchinato per la
preghiera. Ho sempre pensato di non potergli parlare. Ho sempre pensato di non
riuscire a capire il perché della sua tristezza. Nella nebbia mi ha sorriso e
subito la città per incanto è svanita e ho sentito il profumo della mia terra e
ho visto alberi carichi di limoni.

Marzo l999

Ho raccontato a mia madre di questo fugace incontro, ma
non voglio che ne parli a nessuno. Le mie notti sono popolate dalle sue
dolcezze, il suo sorriso mi accompagna per tutto il giorno. Ho incominciato ad
andare più spesso alla moschea, ho incominciato ad attraversare più spesso la
strada dove l’ho incontrato. Lui è sempre presente, silenzioso, dolce. Ho
incominciato a chiedere informazioni su di lui. Mi hanno parlato di un suo
sfortunato matrimonio con una donna europea, di figli che non vede più, di una
felicità interrotta. Ho incominciato ad amare la sua tristezza, l’ho sentito
fratello, amico. Gli ho sorriso una volta, poi due.

Aprile 1999

l nostri sorrisi si sono incontrati, i nostri occhi si
sono parlati. Lui si è avvicinato ed ha parlato. Non è possibile parlare
davanti a tutti. Se passa un fratello … Distrattamente, mentre lui parla,
guardo i muratori del cantiere vicino che con gesti sapienti impastano il
cemento. Penso al paese, a mia nonna che impasta il couscous, sento le voci di
casa, il sole mi riscalda. Fratello mio, occhi tristi che chiedono, non sei più
solo, non sono più sola, non siamo più soli. Un segreto ci unisce per sempre,
per sempre, per sempre.

Maggio 1999

Vado come una ladra al nostro primo incontro. Il posto
non è romantico. ll parcheggio di un grande ospedale. Ma la notte, la notte, è
splendida e la luna mi è amica. Il cuore mi batte fortissimo, arrivo per prima.
Poi la sua auto. É lui. Passeggiamo, parliamo, non possiamo neppure sfiorarci,
il Sacro Corano su questo è chiaro. Mi promette il matrimonio, mi spiega la
legge. Una tenda mi coprirà, perché d’ora in poi io sono solo per lui. Io sono
solo per lui. Io sono solo per lui.

Giugno 1999

Abitiamo a due quartieri di distanza. La sua casa si
vede dall’autostrada, lui parcheggia l’auto in un prato, fra una strada e la
casa. Non possiamo incontrarci di più, ci siamo già detti tutto. I dettagli,
solo quelli mancano. E così tutti i giorni vago nel suo quartiere o giro dieci
volte in autostrada. Di notte la luna mi è sempre più amica.

Luglio 1999

A casa ormai tutti sanno. Presto berrà il tè alla menta,
seduto sul nostro tappeto. Puliamo la casa. Una canzone del paese ci accompagna
nel nostro lavoro. Mio padre mi interroga muto. Forse sperava per me un destino
diverso. Nuove usanze, un nuovo paese.

Agosto 1999

Ho comprato il mio primo hijab. È nero, con un grazioso
pizzo che lo contorna. Intreccio i capelli e lo provo. Penso a mia nonna,
l’unica della famiglia che ancora lo porta. Fa molto caldo, ma esco indossandolo.
Mi sento diversa da prima, la gente mi guarda ed io guardo loro.

Settembre 1999

Lui mi regala un libro, tutte le sere lo leggo. Imparo
prima del tempo cosa si aspetta da me. Lui fissa il giorno del contratto e
concorda la dote. Saluto le amiche. Divento stranamente silenziosa. Sono come
in attesa. Lo amo. Forse lo amo.

Ottobre 1999

Non leggo più altri libri. La mia vita mi sembra
sospesa. Esco con mia madre e compro tante cose. Le userò nella mia vita
futura.

Novembre 1999

Ho indossato l’abito nero lungo fino ai piedi, ho messo
l’hijab. Il contratto. Lui firma, mio padre firma, io firmo. Sono solo per lui.

Dicembre 1999

Per sempre. Per sempre.