da una terra distesa

di aspre linee, di sole

e volti fermi in attesa

che lei dal mare ritorni

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non ti ho quasi notato

nel freddo di prima sera

quando piano attraversavi

la linea della frontiera

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e poi pare che ritorni

con la frequenza dell’ora

che la mano del saluto

oscilli ancora nel sole

IV

per tenacia rimanevo

a bussare a quella porta

come pulsa dentro il nervo

che più conosce l’aorta

V

altri suoni ho imparato

dal vento in notti aspre

lamenti di mulinelli

pianto sconnesso di frasche


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