Curriculum vitae
La mia coscienza,
gabbia infinita dei dolori
nei limiti dello spazio.
Il ritorno
La lacrima smarrita / fra le sponde
di un lido abbandonato
senza inizio,
e, / senza fine.
Tempi di pagani
Quando le preghiere pagane
erano finite,
ognuno di noi aveva scelto
il suo Dio.*
Soltanto
i nomi,
i volti delle statue
cambiavano durante i secoli.
Eravamo rimasti
nuovamente pagani.
Pelegriña
Mia Pelegriña1
c’è sempre una riva, un mare ed un dolore
infinito
Vicino alla riva / non tramontano mai
le colonnate antiche delle città.
Oggi
ne hanno liberate altre due.
L’amore / io posseggo come il mare.
Mi faccio perdere nelle sue onde quiete.
Lunghesso
si odono silenzi spaventosi.
Il dolore ha congelato la sofferenza
nascosta
delle notti insonni.
Questa
lontananza porta solo nostalgia.
Durazzo,
ora dorme
come una perla nascosta
sotto le onde di cristallo
degli amori,
che stasera,
sono rimasti
a metà.
Mia Pelegriña,
c’è sempre una riva, un mare ed un dolore
infinito
* Sta ad indicare il bisogno di ognuno di conquistarsi l’essenza
di Dio, al quale ogni singolo dà un nome diverso nei secoli. Il tempo passa, ma
nonostante questo bisogno la gente d’Albania continua ad essere pagana.
1 La perla pregiata che abbelliva
la corona reale di Spagna. I conquistatori la trafugarono al loro arrivo nelle
Americhe e fu cantata da Cervantes,
Lope de Vega, ecc. L’amore per il paese oltre l’Adriatico e tutti i ricordi
oramai lontani, sono preziosi come la Pelegriña.