Venti vedove
Venti vedove / Su venti cavalli,
Cercano le tombe degli uomini dispersi.
Al posto della sciarpa, / Strisce per il
fronte.
Sotto le selle grigie, / Stivali viola.
Cavalcano!
Hanno buttato via redini, morsi,
Dalle dita come spille / Infilate nelle
criniere,
Impazziscono i cavalli e, / Leccano i
ferri.
Adolescenti e vecchi,
Strillano peggio delle sirene di Ulisse,
Ma nessuno di loro, / Volta la testa
dietro,
Dopo il riverbero, / Polvere, / Nuvole
Cavalcano!
La mia casa
La mia casa vive, / Là,
Dove il monte mette la frontiera al cielo.
Le nuvole bevono acqua ai suoi pozzi,
E grattano dopo alle tegole le schiene
stanche. / Là,
il vento fischia come bambino,
E alle gelate si scalda come gattina bagnata,
/ Là,
D’estate, / Le stelle si nascondon tra le
travi,
E la luna arrabbiata ogni sera rompe i
vetri,
E fa vetro i muri,
D’inverno, / Là
L’unica luce fra la terra e il cielo,
L’unico messaggio,
È la luce di casa mia mescolata con la
luce
dell’anima mia.
La mia casa ha paura della città,
Le strade, / I marciapiedi,
Essa, / Sotto i piedi,
Ha due prati dove pasce la fantasia