Noi e l’Italia delle donne

 

Attraverso il mio lavoro di
ambulante, ho conosciuto molto bene la personalità delle donne italiane. Un
giorno che mi hanno sequestrato la merce, una donna si avvicinò, prendendo le
nostre difese. Io avevo il cuore ferito, era la prima volta che mi trovavo in
quella situazione, non volevo parlare con lei, la rabbia era tanta, il
disprezzo immenso; quando però in un gesto di generosa solidarietà mi offrì del
denaro, capii che gli individui sono diversi, la donna ha una sensibilità più
profonda dell’uomo.

Un amico che aveva perso la
casa, era disperato, con la sua valigia carica si avvicina a degli amici
italiani, una coppia di coniugi, la donna gli offre la stanza vuota della loro
casa senza esitazione. Mentre il marito, inizialmente, aveva deciso di farlo
dormire in un angolo del locale di loro proprietà: la moglie aveva ritenuto
poco dignitosa quell’offerta. È molto difficile definire i soggetti sensibili
che compongono la società italiana; l’italiano è diverso secondo il grado di
cultura, l’estrazione sociale, il territorio in cui vive. Rispetto alla mia
esperienza, posso comunque affermare che le donne hanno una grande sensibilità.
Sentono una solidarietà verso la disperazione, hanno il sentimento
dell’accoglienza, sono più aperte al diverso.

Le mie riflessioni iniziali,
di fronte all’emancipazione delle donne europee erano dettate dalla mia cultura
islamica, che vede la donna subalterna all’uomo, poi ho cominciato, attraverso
la conoscenza del femminismo, a capire. Le donne italiane hanno grande potere
decisionale e responsabilità. Ho notato questo, anche nei piccoli
comportamenti. Questo fa apparire l’uomo debole. In effetti la donna non ha
portato nella società il suo essere femminile, ma si è riproposta come soggetto
maschile, ed è qui il fallimento del femminismo, che invece di liberare
autenticamente le donne come soggetto sociale ne ha fatto un “oggetto” tout
court, nelle mani degli uomini.

L’Islam rifiuta
categoricamente questo modello femminile, che rende la donna schiava dei
desideri, oggetto di passioni immorali, senza personalità.

Dispiace vedere la donna,
fonte di sostegno morale e spirituale, mortificata, trattata solo come mezzo di
piacere. Gli immigrati con una cultura diversa, in cui si evidenziano i valori,
soprattutto quelli familiari, le danno una dignità che la Cultura Europea ha
perso.

La donna deve ritrovare il
suo ruolo di madre, l’educazione è in crisi, c’è un distacco tra genitori e
figli. La figura materna ha perso, a causa del lavoro, il suo ruolo essenziale
all’interno della famiglia. I genitori hanno il dovere primario di trasmettere
valori. L’edu-cazione si basa su una profonda responsabilità. La società ha
bisogno della donna per poter costituire una famiglia, senza la quale non
esisterebbe.

La tradizione africana ha
una visione idealistica della società. Lo scopo è creare l’uomo, pilastro di un
modo di vivere ideale.

La donna africana è quindi
il punto di partenza, elemento di grande ricchezza morale e spirituale,
generatrice di valori fondamentali, essenziali per i figli di una società
civile e culturalmente avanzata. Infatti l’uomo ideale viene cresciuto
attraverso le virtù e la bellezza interiore delle donne.

In Africa la donna è vita.
Questa vita è responsabilità di madre. L’uomo, per forza fisica e
responsabilità sociale è il capo. L’Islam, al proposito, definisce i ruo-li,
con diritti e doveri per l’uomo e per la donna dettati dai precetti di Dio
Legislatore.

Il secolarismo ha negato la
dignità autentica della donna, quest’ultima poi, non ha saputo situarsi nello
spazio vitale per esserne una componente essenziale, ma ha basato tutto sulla
potenza attrattiva del suo corpo nudo: un potere pretenzioso sugli uomini.

La donna è il centro di
gravità della famiglia, per cui bisogna che si riappropri della sua dimensione
essenziale.

 La disgregazione famigliare ha generato baby-killers, crimini
contro gli stessi genitori da parte dei fi-gli, violenze sessuali,
individualismo esasperato e un depauperamento della vita interiore dell’uomo.

Il pensiero e la ragione
hanno edificato la società, innalzando l’uomo da semplice essere animale a
grande spirito pensante, ma questo si perde, oggi, nei me-andri del consumismo
moderno.

 

 

 

 

 

 

 


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