Introduzione

In questo libro abbiamo raccolto le opere vincitrici e finaliste della I edizione del concorso letterario per
immigrati “Eks&Tra”.*

Il tema dell’edizione 1994-95 è stato:
Confronto tra culture diverse: una sfida e i suoi ostacoli.

Un confronto tra culture in cui la
“diversità” non sia pretesto di “segregazione”, ma comporti un reciproco
arricchimento at-traverso l’espressione letteraria. Si pensi al valore del
racconto e della memoria collettiva nelle culture africane. Tra i wolof del
Senegal, per esempio, il griot, colui che trasmette oralmente la storia, i
miti, le norme del gruppo etnico, è il custode della tradizione, l’archivio
vivente di un’identità culturale: non un semplice cantastorie, ma colui al
quale la tribù; affida il compito di tramandare i valori dei padri ai figli. Il
racconto del griot può svolgere anche la funzione di catarsi
collettiva, una funzione simile a quella della tragedia greca.

Ascoltando la narrazione del griot si vive
il jom, parola che in lingua wolof
indica la dignità che deriva dal sentirsi membro di un popolo, di una comunità
linguistica partecipe della sua storia e cultura. Vivere il jom significa
provare emozioni e sensazioni che solo il griot sa evocare, permettendo al
contempo al singolo di tornare in possesso della propria individualità (della
propria immagine) in quanto membro del gruppo. Immigrato in Occidente, a
contatto con una cultura diversa, un wolof non potrà più; vivere il jom e questo può contribuire a frantumare la
sua identità e a disperdere i valori di una civiltà millenaria.

Il concorso letterario Eks&Tra vuole dar voce all’
‘Ex’tra-comunitario che si trova ‘Tra’ noi, vuole stimolare i griot che possono
nascon-dersi fra le migliaia di immigrati che vivono nel nostro Paese a
raccontare storie utilizzando quadri di riferimento culturale diversi dal
nostro. Non più; una diversità da emarginare o, peggio, da inghiottire nei mille
rivoli della devianza, ma una diversità che porti alla conoscenza perché solo
nel confronto è possibile individuare e correggere i difetti e rendere più;
aperte le menti di tutti.

La giuria – composta da Armando Gnisci (Prof.
di Letteratura comparata all’Università “La Sapienza” di Roma), Graziella
Parati (Prof. di Letteratura comparata all’Università di Hanover, New
Hampshire, USA), Saidou Moussa Ba (scrittore senegalese), Shirin Ramzanali
Fazel (scrittrice somala) – ha premiato i seguenti poeti:

1° Vincent Depaul (Costa d’Avorio) “che con
la sua visione complessa dei problemi posti dalle culture a contatto esprime il
dolore e l’emarginazione dell’immigrato senza commiserazioni e con una venatura
di speranza, magari celata nel “silenzio” che conclude una delle sue poesie”;

2° Vida Bardiyaz (Iran) “per avere scritto una poesia italiana che viene da lontano, dove la figura della nonna, fantasma
e presenza costante, viene tramata e articolata nella nostra lingua e su quella
del perfetto ricordo, dell’assoluto altrove”;

3° Inés Ventura (Argentina) “che fa della sua
rabbia poesia, viaggiatrice che lascia il proprio passato per un futuro
racchiuso in limitanti valigie di incertezza e timbri senza nome”.

Per la sezione narrativa la giuria ha
premiato:

1° Tahar Lamri (Algeria) “per la grande
maturità di espressione narrativa nella descrizione dello stato di sospensione
e di crisi di identità culturale tra le generazioni di immigrati”.

2° Christiana de Caldas Brito (Brasile) “per
avere elaborato un monologo, quasi una parodia linguistica, di una
collaboratrice domestica con una “signora” immaginaria, monologo in cui guarda
con nostalgia e umorismo al suo passato e alla sua situazione presente”.

3° Paul Bakolo Ngoi (Zaire) “per essersi
saputo calare nei panni dei suoi personaggi sia maschili che femminili
collocandoli nel presente della nostra comune esperienza italiana”

Premio
speciale della giuria a Yousef Wakkas (Siria) “perché ha saputo creare un’opera
complessa con ‘leggerezza’ e potenza usando una notevole inventiva linguistica
e di intreccio, assumendo il punto di vista di individui di etnie diverse e
andando al di là di una narrazione strettamente autobiografica”.

 


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