Ormai, la traversata tra l’Albania e l’Italia o

meglio tra Valona e la Puglia è diventata una cosa abituale. I viaggi non si
possono più fermare nemmeno per una notte, anche perché, altrimenti, i due
Paesi si sentirebbero lontani, distanti, separati solo perché il mare non si è
fatto i cazzi suoi, ha voluto ficcarsi in mezzo, ma noi con i nostri motoscafi
e i nostri gommoni cancelliamo questo vuoto, e l’Italia è lì a due passi. E
l’Albania? Ma l’Albania è già tutta qui in Italia, e i due passi cancellati col
gommone.

La traversata è diventata talmente abituale che
non se ne parla più, non ci si fa più caso. E questo fatto, a dir la verità, a
noi non ci fa tanto piacere; ci sentiamo abbandonati dalla stampa, non abbiamo
più il nostro spazio nei telegiornali. Cosi la gente, gli albanesi, ma
soprattutto gli italiani, non si sentono più informati.

Cari signori
italiani, io come pilota, come portatore di uno di questi mezzi, sento il
dovere di tranquillizzarvi: non preoccupatevi! Cari signori, la traversata si
effettua regolarmente. L’Albania non vi lascerà mai soli. Gli albanesi saranno
sempre lì, sotto le vostre case, nelle vostre case, tra le vostre cose.

Noi vi siamo
grati per tutto quello che ci avete insegnato, per tutto quello che avete
lasciato lì, distratti per un attimo e che noi approfittando abbiamo portato
via per sempre. Anche la par condicio abbiamo preso da voi e l’abbiamo
applicata con successo tra le due società, quella dei gommoni e quella dei
motoscafi. Perché noi dei gommoni non ci stavamo, non ci andava di essere
chiamati scafisti. Abbiamo detto: se siamo alla guida del gommone è anche
giusto chiamarci gommisti!

E allora, cari signori, se non lo sapevate o se
non ci avevate mai pensato, da ora sappiate che non esistono solo gli scafisti
ma anche i gommisti, quelli della traversata.

L’equipaggio di ogni gommone è composto da
professionisti, in modo tale da garantire ai passeggeri un viaggio senza
problemi verso l’Italia. L’equipaggio è fatto dai gommisti, io sono uno di
quelli, le persone che stanno al timone. E poi dallo sciaffista che si occupa
dell’ordine a bordo e che sistema la gente senza alzare le mani; e poi ancora
dal bidonista che si interessa al rifornimento, alle taniche di combustibile
che non capisco perché voi italiani chiamate cosi quando è tutto sfuso. Noi
come compagnia abbiamo delle regole ben precise per quanto riguarda i
passeggeri. A chi viene rimandato indietro dall’Italia diamo la possibilità di
tentare la traversata gratuitamente per altre due volte cosa che non viene
concessa ai cinesi: e chi cazzo li riconosce più. Io come gommista non
abbandono mai il timone, il mio posto di lavoro. È successo solo una volta che
per causa della febbre sono rimasto a casa a casa per una settimana. Sono stato
sostituito dal bidonista che in una settimana non è mai stato capace di
arrivare almeno per una volta sulla costa pugliese. Tutte le sere dopo la
partenza faceva passare giusto il tempo della traversata girando in mare e
ritornava di nuovo sulla terraferma, quella albanese, affrettando i passeggeri
a scendere. Secondo me non voleva fregare nessuno, forse sarà stato un po’
condizionato da quel suo nome professionale. Ci sono state tante polemiche, ma
da una parte ci riteniamo anche fortunati, l’unico a capirci è stato il governo
italiano che ci ha riconosciuti come collaboratori nella lotta contro
l’immigrazione clandestina, e per questo ci ha regalato un gommone più grande
di quello che avevamo in precedenza e più confortevole, cosi tutti quelli
mancati in una settimana li abbiamo portati in Italia in un viaggio solo.

E visto che siamo sempre in mare il passeggero
noi lo chiamiamo pesce. Il biglietto per la traversata non è uguale per tutti,
cambia. Gli albanesi del nord pagano il doppio di quelli di Valona e invece gli
stranieri pagano due volte in più di quello che pagano gli albanesi del nord. E
quando il passeggero è straniero diciamo che il pesce è quello giusto perché è
quello che rende di più. Partendo da questo abbiamo organizzato una serata di
spettacolo al palazzo dello sport di Valona, ospite d’onore dall’Italia,
naturalmente, Iva Zanicchi, e a quel punto il titolo della festa che veniva
trasmessa in diretta TV non poteva che essere «Ok il pesce è giusto». Io ero
seduto in prima fila. Durante la serata Iva ha cantato diverse volte: ha
cantato anche «Come ti vorrei, vorrei, vorrei…». con quella voce da far paura.
A un certo punto si dirige verso di me. Vederla avvicinarsi… cosi enorme, sono
scappato via, ho lasciato il posto dicendo: «Altro che ok il pesce è giusto,
questa è una balena!».

Durante il tragitto ci si ferma al gommongrill,
una stazione di rifornimento e di altri servizi, costruita da due potenti
compagnie petrolifere italiane nelle acque internazionali dove si possono
comprare delle cose stranissime, dei souvenir dall’Adriatico. Si possono
fermare solo i passeggeri in possesso della gommoncard. Chi volesse sapere di
più o volesse ordinare questa esclusiva carta di credito potrebbe farlo
collegandosi al sito www.il gommista di
valona.gom.
Ripeto ancora una volta che noi disponiamo di un servizio
completo all’interno del gommone dov’è compreso anche il servizio medico di
bordo. Il nuovo gommone regalatoci dal governo italiano è attrezzato con
strumenti modernissimi, che ci rendono le cose più facili…: abbiamo risolto
quasi tutto. Per accertarsi della condizione di salute di qualcuno che viene
colto da malore noi abbiamo i nostri modi che secondo me da nessun’altra parte
del mondo vengono applicati perché nessuno è mai arrivato a tanto. Io vi
svelerò un minimo particolare di tutto ciò, (il resto a chi offre di più). Per
misurare la febbre di chi non si sente bene durante il viaggio si usa il
contachilometri dove la velocità si legge in nodi. Normalmente noi andiamo a 40
nodi orari. L’apparecchio è composto da un contatore e da un cavo lungo 1,5
metri. Mezzo metro di questo cavo si inserisce nel buco rettale del malato e si
lascia, di norma, solo due minuti. Delle volte ci sono dei passeggeri che per
toglierli il cavo devi farli addormentare, altrimenti se lo vogliono tenere lì
per tutto il viaggio. Quando la febbre del malato è sotto i 40 non ci si
preoccupa perché il gommone andando a 40 nodi arriva prima sulla riva. A volte
c’è qualcuno che non ce la fa e allora viene gettato in acqua e gli si lancia
dietro una moneta, cosi può giocarsi la sorte da solo. Tante volte, dopo
l’arrivo sulla costa pugliese, quando verifichiamo che non ci sono pattuglie di
controllo in zona troviamo il tempo di riposare. Pensare che mi ero fatto pure
la ragazza, era di Otranto. Ci sentivamo sempre per telefono. Quando mi ha
chiesto del mio lavoro, io le ho detto la verità, che facevo il gommista. Mi
piaceva un sacco quella ragazza, portava gli occhiali. Scherzando glieli levavo
sempre, lei mi inseguiva, mi metteva le mani dappertutto. Mi faceva il
solletico e io non la finivo più di ridere. Quando arrivava a mettere le mani
sulla mia parabola ritrovava le giuste frequenze e urlava tutta contenta:
«Adesso ci vedo!». Non era vero, vedeva proprio una minchia. L’ultima volta,
l’ho vista arrivare tutta di corsa, mi ha detto che si era fatta accompagnare
da una sua amica, rimasta ferma quasi due chilometri più in là, aveva bucato. A
questo punto la mia ragazza, sapendo del mio lavoro, quando è giunta, stanca ma
sorridente, abbracciandomi mi ha detto: «Meno male che ci sei tu, visto che sei
del mestiere, sarà facile togliere la ruota bucata e mettere quella di
scorta…dai andiamo?!».

Senza neanche pensare io ho risposto: «Amore, ma
guarda che non ci capisco niente di tutto questo, non posso aiutarvi. Piuttosto
chiamiamo qualcuno». Le si è spento il sorriso sulle labbra. Per un momento non
ha parlato, poi è venuta fuori tutta la sua rabbia, urlandomi: «Ma vaffanculo!
E allora che cazzo di gommista sei tu?!», e se n’è andata via piangendo. A quel
punto gliel’ho detto, ma non mi è venuta fuori la voce, ho solo sussurrato: «Io
sono il gommista di Valona. Le ho chiesto anche scusa ma non mi ha sentito. E
da quel giorno non ci siamo più visti…

Da: Anime in Viaggio
autori vari

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