La scomparsa – Dzheminyani Anastasia, Russkova Tatiana, Tinelli Giacomo

La Scomparsa
Commedia in 1 atto e 1 epilogo
S i g n o r  P u l c i
S i g n o r  B l a b l a k i n
P o l i z i o t t o
W u  M i n g

Si accende la luce. Sulla scena c’è un tavolo mezzo vuoto dietro il quale è seduto il poliziotto con una penna in mano. È uno di quelli che non si permettono di scherzare quando si tratta di lavoro e riescono persino a prendere un caffè nel bar vicino con la massima serietà, osservando gli altri con aria severa e mettendosi in mostra. Davanti a lui sulle sedie di plastica ci sono due uomini seduti. Entrambi sono appoggiati sugli schienali, tengono le braccia incrociate e guardano in modo presuntuoso.
Poliziotto: Ricominciamo da capo. Lei afferma che il signor Wu Ming non si è fatto vedere per diversi mesi, la sua macchina è parcheggiata al posto riservato a voi…
Signor Pulci (brontola sottovoce): Il posto riservato per tutti gli inquilini dell’appartamento.
Il poliziotto lo fulmina con lo sguardo e Pulci rimane in silenzio.
Poliziotto: …e per questo ci sono delle ragioni serie di considerarlo scomparso? Ma per accusare qualcuno bisogna avere dei motivi seri, invece Lei, come vedo…
Signor Pulci: Motivi?! Sono costretto a parcheggiare la macchina ad un chilometro da qui! Secondo Lei è poco? Allora guardatelo! (alza le braccia nella direzione di Blablakin) Solo ieri questo personaggio stava per bruciare tutta la casa con la sua stufetta elettrica! Chissà, forse è un piromane pazzo, oppure voleva distruggere delle prove. Dovete perquisire la sua stanza!
Signor Blablakin (guardandolo con  scetticismo): Prima di giudicare un uomo cammina (sottolinea la parola con la voce) per tre lune nelle sue scarpe. Potrei supporre che anche la passione patologica per il freddo in casa abbia dei motivi. Ad esempio, se abbiamo toccato questo argomento, col freddo è più facile conservare un cadavere, vero?
Il poliziotto osserva entrambi con attenzione, disegna sul foglio una linea lunga e scrive qualcosa di indecifrabile sopra di essa.
Signor Pulci (con una risatina): Non devo quindi giudicarti? Giudicarti per che cosa? È una confessione? E guarda chi parla del freddo? Sei russo, no? Oppure i russi bruciano le loro case per scaldarsi?
Signor Blablakin (irritato e stanco. Ignora la frase sulla confessione): Da noi in Russia fa freddo solo fuori. E nel caso dell’incendio abbiamo già un’oca (indica il sig. Pulci) in casa, visto che in Italia sono sempre loro a salvare tutti.
(il Signor Pulci capisce che è stato appena offeso dal sig. Blablakin ma non comprende bene in che cosa esattamente consiste l’offesa)
Si guardano in cagnesco.
Poliziotto (severo e triste): Non è questo il posto per picche e ripicche. Fate solo perdere tempo alla polizia. L’omicidio è un’accusa grave. Mettete i vostri sospetti per iscritto, se volete.
Dà ad ognuno un foglio di carta e una penna.

Signor Pulci: Ma Lei immagina cosa cì scriverà!
Signor Blablakin: Si può fargli avere altri due fogli? (Il poliziotto lo guarda in modo interrogativo.) Inizierà con la descrizione della colazione, del pranzo e della cena.
Signor Pulci: Dovresti sapere che mangiare bene è molto importante. E non c’è niente di vergognoso nel prestare attenzione a questo aspetto. Oppure sei privo dei bisogni umani? Ti assicuro che anche tu ogni giorno mangi – anche se è difficile chiamare “cibo” quelle schifezze che ti butti dentro.
Signor Blablakin: Oltre al mangiare io ogni giorno ragiono, ad esempio. Perché non concentrarsi su questa parte della vita? Oppure i bisogni primari devono occupare tutto il tempo della persona che si rispetti?
Il poliziotto giocherella con la penna e sta  perdendo la pazienza.
Signor Pulci: La persona sana non nega i suoi bisogni né ha paura di parlarne. Alla fine tutti noi siamo solo esseri umani e siamo uguali davanti alla natura: tutti noi abbiamo fame, sete, dobbiamo sopravvivere e riprodurci.
Signor Blablakin: Nell’Africa del Sud ci sono ancora dei culti segreti che ritengono che mangiare il cuore dell’uomo aumenti le forze e allunghi la vita. Con quello che dici comincio a preoccuparmi di aver a che fare con un sostenitore di questo culto.
Signor Pulci (rivolgendosi al poliziotto): No, ma Lei ha sentito? (al signor Blablakin) Pensi di essere così intelligente? Aristofane ha già detto tutto sugli intellettuali come te qualche secolo avanti Cristo.
Signor Blablakin: Ecco dove vuoi arrivare con la tua filosofia! E dei cinesi il tuo Aristofane ti ha detto niente? Se avesse speso tanto tempo per discutere sulla cottura della pasta, non avrebbe scritto niente tranne che un libro di cucina.
Signor Pulci: Se avesse smesso di mangiare, non avrebbe scritto neanche questo. Ma quando mai la natura umana ha impedito al genio di essere tale? Non mi ricordo neanche una persona di talento che non fosse umana.
Poliziotto (mette bruscamente la penna sul tavolo): Basta. Sono qui per indagare sui delitti. Se non avete niente da dire, non fatemi perdere tempo!
Signor Pulci (leggendo la targhetta con il cognome sul tavolo): Signor… Occhiofino, ma Lei ha davanti a se un vero delinquente! Ci sta semplicemente deridendo! Bisogna arrestarlo immediatamente. Così eviterà di indagare anche sulla scomparsa di un’altra persona – il sottoscritto.
Il signor Blablakin sta scrivendo qualcosa sul suo foglio che aveva appoggiato sul ginocchio.
Signor Blablakin: Hmm…
Il sig. Pulci e il poliziotto si girano insieme verso di lui.
Signor Blablakin: La penna… non scrive.
Signor Pulci (con l’aria di vincitore): Ecco! C’è giustizia in questo mondo! Anche gli oggetti rifiutano di partecipare a questa porcheria.
Signor Blablakin (alzando le spalle): Siccome la tua scrive, direi piuttosto che la lettera non arrossisce… (tace per qualche secondo poi aggiunge con un’aria da snob) …Cicerone.
Poliziotto: Allora ciascuno di voi (guarda il signor Pulci) afferma dell’altro che c’entri con la scomparsa di Wu Ming e che fornirà delle prove false alla polizia?
Signor Blablakin: Certamente le darà. Penso che lui abbia preparato tutto ciò da tempo. Alla fine scopriremo che tutto questo casino è combinato per non pagare qualche tassa o per ricevere qualche risarcimento.
Poliziotto: Casino?
Signor Pulci: Risarcimento?
Signor Blablakin: Avere una vita sentimentale così intensa costa. Per una lepre marzolina che ogni settimana ha un nuovo amore, certamente, non guasterà qualche sostegno economico.
Il poliziotto guarda prima il signor Pulci con approvazione, poi il signor Blablakin – con stupore. Per qualche tempo tutti restano in silenzio, scambiandosi degli sguardi. 
Signor Pulci: L’invidia è un sentimento brutto, nessuna somma potrà risarcirmi per il fatto che ti sopporto. A proposito di marzo, è comunque meglio dell’ottobre eterno. Se vuoi un consiglio d’amico, togli il ritratto di Lenin che hai sopra il letto.
Signor Blablakin: Posso chiederti da dove hai saputo che cosa c’è sopra il mio letto?
Signor Pulci: Allora è vero?
Signor Blablakin (seccamente): No.
Poliziotto: Veniamo al sodo.
Signor Pulci (con tono serio, senza tralasciare alcun particolare): il venticinque gennaio mi sono trasferito nell’appartamento numero quindici in via dei Pregiudizi. Questo personaggio (indica il signor Blablakin) era già lì.
Signor Blablakin: Protesto. Io sono arrivato in casa nello stesso giorno, e il frigo era già pieno dei suoi viveri, compresi tre contenitori con i cibi fatti in casa e un’intera coscia del prosciutto crudo di sette chili!
Signor Pulci: Naturalmente! La mamma doveva vedere il posto dove devo vivere. Era arrivata il giorno prima e aveva lasciato un po’ di spaghetti e di minestrone. Da quando avere dei genitori premurosi è diventato un delitto?
Il poliziotto annuisce. Con aria di sfida tira fuori dal cassetto la foto di propria madre nella cornice dorata e la mette sul tavolo. La luce cade sulla foto, facendone il centro di attenzione per qualche secondo.
Signor Blablakin: Hai ventott’anni.
Signor Pulci: Per i genitori siamo sempre bambini.
Signor Blablakin (chiudendo il viso con la mano): Io non so cosa dire.
Signor Pulci: Puoi dire, ad esempio, cosa hai fatto con Wu Ming.
Signor Blablakin: Adesso basta. Non fa più ridere nessuno! Vorrei fare due denunce allora, l’altra – per diffamazione, appena mi daranno una penna che scriva.
Il poliziotto improvvisamente guarda l’orologio, sorride e senza più parlare mette sul tavolo la targhetta con gli orari di lavoro.Lavora due giorni a settimana per un’ora in totale. Va via fischiettando.
Signor Blablakin (accompagna il poliziotto con lo sguardo stupito): E dove va adesso?
Signor Pulci (si alza, spiana le pieghe del suo vestito come se niente fosse): Non vedi? A pranzare. Adesso ci tocca a venire (guarda la targhetta) venerdì prossimo, dalle 15.30 alle 16.
Pulci esce fischiando nello stesso modo del poliziotto. Blablakin esce l’ultimo, pensoso. La luce si spegne.

Epilogo
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W u  M i n g
La cucina del piccolo appartamento. Un tavolo, un fornello, tre sedie. Dalla pentola si affacciano gli spaghetti numero tre. Pulci sta tagliando la cipolla, ogni tanto asciuga le lacrime. Blablakin è seduto avvolto nel plaid e sta mondando le patate vicino alla pattumiera. A sinistra c’è la porta, nel centro della scena c’è la finestra con delle tende bianche tradizionali (fino alla metà della finestra).
Signor Pulci: Però, nonostante tutto, voi russi avete torto.
Signor Blablakin: In cosa?
Signor Pulci: In tutto. Prendiamo come esempio le donne…
Blablakin scuote la testa come per dire “eh, e si riparte da capo di nuovo, Pulci è un gran intenditore quando si tratta di donne”.
Signor Blablakin: E cosa le donne?
Signor Pulci: Vi lasciano (alza le spalle). Partono dal vostro inverno e arrivano direttamente da noi. Erano vostre, sono diventate nostre.
Signor Blablakin: Da dove viene quest’ abitudine di intascare tutto? Forse il Colosseo è tuo perché si trova a Roma? Oppure la Divina Commedia è tua perché un giorno Dante è nato a Firenze? Non basta venire qui per diventare italiano, anzi proprietà dell’Italia. Che politica interessante!
Signor Pulci: Cosa puoi sapere della politica tu che non vai nemmeno a votare?!
Signor Blablakin: Non devo votare per vedere che ognuno è bravo a promettere tutto e che sono nient’altro che promesse da marinaio.
Signor Pulci (con una risatina di disprezzo): Senti chi parla! Non avete avuto dei grandi successi con il vostro comunismo. Avete fatto delle dichiarazioni molto promettenti. Ma dov’è il risultato? Avete mai concluso almeno una cosa?
Signor Blablakin: Hmm, fammi pensare (fa finta di riflettere) … la rivoluzione?
Entrambi smettono di parlare. Nel silenzio assoluto si sentono dei rumori dietro la porta. Qualcuno cerca di mettere la chiave nella serratura. La luce si abbassa, rimane solo un proiettore puntato sulla porta, tutto il resto è nel buio. Pulci e Blablakin si guardano l’un l’altro, poi si alzano senza dire una parola. Uno tiene in mano una patata, l’altro – un pacchetto di spaghetti. Si avvicinano alla porta con le “armi” pronte. La porta si apre con uno scricchiolio. Pulci e Blablakin alzano le mani per colpire. Si accende la luce abbagliante. Alla porta c’è uno sconosciuto: è vestito con un cappotto, tiene in mano una borsa e ha l’aspetto europeo. La sua carnagione olivastra e i capelli neri rivelano la sua origine mediterranea.
Signor Pulci: Chi…
Signor Blablakin: …sei?
Wu Ming (fa un passo indietro, istintivamente si protegge con le mani): Calmi, calmi! Buona sera anche a voi!
Blablakin e Pulci si scambiamo uno sguardo diffidente.
Wu Ming (fa un breve inchino e appoggia la sua valigia): Wu Ming.
Signor Pulci: Ma come?! Tu non sei…
Signor Blablakin: …un cinese!
Wu Ming (con tono di un filosofo): Dipende. Ognuno di noi è un po’ cinese.
Signor Pulci: In che senso?
Wu Ming (alza le spalle): Basta dare un’occhiata al vostro guardaroba.
Signor Blablakin (rivolgendosi a Pulci): Questo “filosofo” ci prende in giro.
Signor Pulci: Senz’altro. Dall’accento e dall’aspetto sembri proprio un siciliano. E dove sei stato, Lao Tze, per tutto questo tempo?
Signor Blablakin (per la prima volta è completamente d’accordo con Pulci): Spiegati, corraggio!
Wu Ming (come se niente fosse): Raccoglievo del materiale.
Signor Blablakin: Quale materiale?
Wu Ming: Omero, Kozma Prutkov, Luther Blissett… (di nuovo con aria da filosofo e con un tono retorico) Per essere la voce del popolo bisogna ascoltare questo popolo.
Signor Pulci (guarda l’etichetta sulla valigia, legge le lettere PA – la sigla di Palermo): Mi sembra che qui abbiamo un futuro Shakespeare. Fammi indovinare, quello di Palermo è il popolo più disposto a fornire il materiale utile?
Wu Ming non lo degna di una risposta, prende la valigia e, passando davanti a Pulci, va verso la sua stanza.
Signor Blablakin: Almeno abbiamo risolto la questione del parcheggio… Sai, Pulci, mi sa che bisogna andare di nuovo alla polizia.
Signor Pulci (annuisce): Già… Sì, d’accordo. Questo caso sembra molto confuso.
All’improvviso gli spaghetti cominciano a bollire, l’acqua trabocca sui fornelli spegnendo il fuoco. Pulci corre verso i fornelli. Insieme al fuoco si spegne anche tutta la luce sulla scena.
Cala il sipario.

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