I trittici delle migrazioni – Presentazione di Wu Ming 2
Ogni anno, dal 2013, l’Associazione Carta di Roma e l’Osservatorio di Pavia pubblicano uno studio dettagliato sulla rappresentazione del fenomeno migratorio nei mass media italiani: stampa, radio, televisione, rete.
Tra le varie sezioni, una delle più interessanti è quella che censisce le parole ricorrenti e le cataloga per temi e campi semantici. Il rapporto del 2023, l’undicesimo, propone tre “nuvole” di termini, separati in base alla loro presenza in notizie di politica o di cronaca, di portata locale o globale. Il primo gruppo è quello delle norme, ovvero dei piani per gestire, delle protezioni da assicurare, dei patti tra governi, delle linee di confine, dei respingimenti forzati. Il secondo riguarda il viaggio, o più precisamente: la traversata. E quindi lo sbarco, i soccorsi, i porti, le vittime, i naufragi. Il terzo infine si riferisce all’accoglienza: il lavoro, il campo, il futuro, la crisi.
Per il nostro laboratorio di scrittura meticcia, giunto anch’esso all’undicesima edizione, abbiamo scelto le otto parole più diffuse per ciascuno di questi tre aggregati, scartando i nomi propri (come Meloni, o Lampedusa, e con la sola eccezione di “Europa”). Otto perché sapevamo di dover formare all’incirca otto gruppi, da tre o quattro persone, che si sarebbero cimentati nella stesura conviviale di un racconto a più mani.
Ad ogni parola abbiamo associato un’immagine, trovata in Rete, per costruire ventiquattro “tarocchi migranti” (Il Giudice, la Fuga, i Dispersi…), numerati in progressione e divisi nei tre “semi” appena descritti (le norme, la traversata, l’accoglienza). Infine, abbiamo steso le carte a tre a tre, una per ogni seme, accostandole in maniera del tutto aleatoria, cioè tirando tre dadi a otto facce, a metà strada tra il Calvino dei “destini incrociati” e i minuetti di Johann Kirnberger.
Il risultato di quest’ars combinatoria sono otto “trittici della migrazione”:
- La Linea, il Futuro, il Soccorso;
- La Protezione, la Guerra, lo Sbarco;
- Il Patto, il Campo, il Muro;
- L’Europa, la Paura, la Vittima;
- La Morte, il Rimpatrio, il Lavoro;
- Il Governo, la Crisi, il Porto;
- Il Giudice, la Fuga, i Dispersi;
- Il Piano, il Sogno, l’Arrivo.
Gli iscritti e le iscritte al laboratorio, fidandosi di questo astruso procedimento, hanno espresso la loro preferenza per due degli otto trittici. Incrociando i vari desideri, sono risultati sette gruppi, ognuno legato a un terzetto di immagini.
Queste sono servite come semplici pretesti narrativi, con l’unico vincolo di rispettare il tema generale del laboratorio, ovvero il movimento delle persone sul pianeta Terra, l’incontro con l’Altro, la paura dello straniero, il meticciato culturale. Il tarocco del “Campo”, ad esempio, non doveva riferirsi per forza a una struttura di reclusione, e “il Lavoro” non era da intendersi soltanto come quello migrante. Il muro è diventato quello di un ospizio, la paura si è incarnata in personaggi da fiaba e lo sbarco si è materializzato sulle coste dell’Africa, invece che su quelle d’Europa.
Leggendo i racconti collettivi di quest’antologia, potrete sforzarvi d’individuare a quale trittico corrispondono, tenendo conto che uno dei sette gruppi, dopo una lunga fase di ricerca comune, ha rinunciato all’obiettivo di scrivere insieme e ha prodotto due racconti individuali. A riprova del fatto che la scrittura meticcia non dà risultati certi né prevedibili, a differenza di una reazione chimica o di un ibrido tra specie diverse. Proprio questo effetto a sorpresa la rende affascinante, sovversiva, e già sappiamo che ci spingerà a sperimentarla in una nuova edizione di questo laboratorio.
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