La combinatoria dei gruppi – Presentazione del prof. Filippo Milani
Il laboratorio del 2024 è il secondo a svolgersi completamente in presenza, riportando alla “normalità” una pratica che sia era interrotta per tre anni a causa della crisi pandemica, che aveva imposto tra 2020 e 2022 la didattica “a distanza” o “mista”, davvero poco consona alle esigenze di un laboratorio di scrittura collettiva. Infatti, in quel periodo era venuto meno uno dei fondamenti del laboratorio: la condivisione diretta, occhi negli occhi, di esperienze personali, parole e voci tra il conduttore, Giovanni, e i partecipanti e poi tra i componenti dei piccoli gruppi che si vengono a formare. L’anno scorso, finalmente, il laboratorio è tornato a svolgersi in presenza, riallacciando i fili con le modalità pre-pandemiche. Così, quest’anno il laboratorio ha potuto consolidare il ritmo consueto degli incontri in presenza nell’Aula Pascoli del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica (FICLIT) dell’Università di Bologna.
Come ogni anno, si è creato un gruppo eterogeneo per età, provenienza, esperienze di studio e lavorative, che si è riunito da febbraio a maggio 2024, per un totale di 10 incontri in aula. Complessivamente i partecipanti erano un po’ meno degli anni precedenti (28 invece dei tradizionali 35-38), e ciò ha consentito di lavorare in maniera più puntuale e approfondita con i 7 gruppi da 4 persone ciascuno che sono stati creati da Giovanni con “testato metodo casuale”.
Il maggior numero di partecipanti è composto, come di consueto, da studenti italiani e internazionali dell’Università di Bologna, in particolare afferenti alla Laurea Magistrale in Italianistica e Culture letterarie europee e anche al Curriculum in Italian Studies che fa parte della stessa Laurea Magistrale. In quest’ultimo caso, si tratta di studenti internazionali di diversa provenienza (quest’anno da: Stati Uniti, Russia, Repubblica Ceca, Germania) iscritti direttamente a Bologna per studiare la cultura italiana in lingua sia italiana sia inglese e che hanno voglia di sperimentare la scrittura creativa in italiano attraverso il laboratorio.
Oltre agli studenti universitari, il gruppo è stato completato da partecipanti esterni al mondo accademico, che hanno avuto voglia di mettersi alla prova con la scrittura collettiva, portando l’esperienza del proprio ambito lavorativo. In particolare, quest’anno era presente un piccolo gruppo di persone che lavoravano a vario titolo nel mondo del teatro e che quindi hanno portato le loro competenze nella scrittura drammaturgica, soprattutto in relazione alla costruzione dei dialoghi. Inoltre, hanno partecipato alcuni lavoratori di ambiti differenti (sociale, scolastico, editoriale, ecc.) e due pensionati, arricchendo il confronto intergenerazionale all’interno del laboratorio.
Questa stratificazione culturale, linguistica, generazionale è la ricchezza principale del progetto laboratoriale e la sfida ogni volta rinnovata per riuscire a comporre racconti collettivi, che siano la sintesi di tante idee diverse sulla scrittura e sul tema proposto da Giovanni ogni anno.
Infatti, il tema individuato per il laboratorio 2024 è andato al cuore della questione migratoria nel contesto italiano, a partire da uno spunto assai originale. Giovanni ha selezionato alcuni termini che sono stati raccolti nel rapporto 2023 dell’Associazione Carta di Roma e dell’Osservatorio di Pavia sulla rappresentazione del fenomeno migratorio nei mass media italiani. Attraverso le combinazioni di alcuni dei termini ricorrenti utilizzati per raccontare la migrazione in Italia (come le carte dei Tarocchi rielaborate da Calvino), Giovanni è riuscito a fornire ad ogni gruppo al medesimo tempo non solo degli argomenti su cui riflettere all’interno del più ampio e variegato tema della migrazione ma anche specifici contraintes narrativi, ovvero parametri da rispettare nella stesura di ciascun racconto. I racconti realizzati durante il laboratorio testimoniano proprio questo doppio stimolo: essi raccontano storie autonome che affrontano il tema della rappresentazione massmediatica del fenomeno migratorio e allo stesso tempo reinventano i legami tra i termini più utilizzati dai mass media, ribaltandone la prospettiva codificata dall’uso comune.
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