Relazione di Paul Bakolo Ngoi

La letteratura della migrazione nella letteratura per ragazzi

Per riuscire a descrivere lo sforzo fatto dagli scrittori della migrazione, occorre partire dal presupposto della scelta della lingua. Scrivere in italiano per molti è stata una scelta, forse condizionato dal vissuto di ciascuno, ma sempre una scelta in quanto non è la lingua madre. Nel mio caso avrei potuto scegliere di scrivere in francese, considerando anche il terreno già fertile della letteratura per ragazzi in Francia. Ho scelto di scrivere in italiano per sfida, una sfida con me stesso e allo stesso tempo con chi avrebbe scelto di leggermi. Mi sottoponevo praticamente alle su critiche e alle osservazioni per cercare di migliorarmi. Scrivere in italiano vuole anche essere un modo per vivere a pieno la mia permanenza in Italia e comunicare le mie emozioni, proponendo così al lettore le storie della mia terra di origine. E’ una sfida ma anche un gioco stimolante che suscita da una parte la curiosità di scoprire terre e tradizioni nuove, dall’altra la gioia di creare e di condividere i segreti di una letteratura nuova. Scrivere in italiano ha per molti di noi anche il sapore di una integrazione tanto sognata. Spesso si è aperta la discussione per sapere se siamo scrittori stranieri, scrittori della migrazione, dove il termine migrazione indica la provenienza, scrittori italiani di origine straniera e via dicendo, io mi ritengo uno scrittore tout court. Ma per comodità continuerò ad usare il termine scrittori della migrazione.

La letteratura proposta dagli scrittori della migrazione è un arricchimento della letteratura e allo stesso tempo una porta aperta verso un modo nuovo di affrontare i temi della scrittura. L’idea che mi guida è quella di riproporre in modo moderno e aggiornato le storie della mia terra di origine, il Congo-Kinshasa, ma soprattutto i racconti di mio nonno e le leggende degli uomini della mia terra.

L’idea di fare della letteratura per ragazzi non è stata una scelta premeditata, il tutto per me è nato per caso. Nel 1994, dopo aver avuto una serie di incontri, il gruppo Africa’70 mi propose di scrivere qualche cosa di breve, veloce, interessante, accattivante, e che racconti qualche cosa della cultura africana. E’ da qui che nasce la sfida. Il primo libro è stato un successo soprattutto per chi ha proposto l’idea in quanto ha funzionato da subito. Da quell’esperienza nascono poi tutti i miei racconti. La voglia di scrivere non sempre s’incontra con il mondo dell’editoria perché occorre riconoscere che sono poche le case editrici che danno spazio ad un esordiente e l’Italia vive una particolare situazione dove lo straniero è ancora considerato come ‘colui che viene a rubare il lavoro’, questa non è la sede appropriata per dibattere di certi argomenti.

In questi anni, la letteratura per ragazzi non ha trovato molti scrittori della migrazione che si siano dedicati a questo tipo di scrittura. Le ragioni possono essere diverse, ma credo che la principale sia la difficoltà di trovare storie appropriate, trascriverle in modo adeguate e riuscire a trovare la casa editrice che investa sul progetto. Da parte è la passione per questo mestiere che mi spinge a non mollare pur scrivendo un libro ogni morte di papa, grazie a Dio le cose non stanno così.

L’ultimo libro ‘Colpo di testa’, uscito nel 2003 continua ad essere il mio cavallo di battaglia, sono contento dell’andamento del libro e credo di aver trovato, non nella casa editrice, di cui non posso che parlare bene, ma in questo contesto m’interessa il libro di cui l’impostazione risponde all’attesa del pubblico. Un libro che racconta una storia congolese ma che attraverso il calcio trova una chiave di lettura anche per i ragazzi italiani. E’ un gioco d’incastro per il libro non è sul calcio ma usa il gioco del pallone per aprire delle porte e far riflettere. ‘Colpo di testa’ narra le vicende di Bilia, un ragazzo di strada che ritrova il gusto della vita proprio grazie al suo talento e al suo tocco di palla. E’ un susseguirsi di eventi che lo vedono protagonista. Il viaggio di Bilia parte da Kinshasa fino a giungere in Italia. E’ una lettura che permette al lettore di penetrare i meandri della vita difficile dei ragazzi di Kinshasa. Quando uno di loro riesce a vincere le sfide della vita, la vittoria è di tutti. “Colpo di testa” è stata per me un’opportunità, quella di lavorare con una grande casa editrice e di scoprire tutto quello che sta dietro al mondo dell’editoria. Il mio augurio è quello di riuscire a far uscire tutti i libri che ho in cantiere perché ritengo che ci sono tante cose da raccontare ai ragazzi e la letteratura italiana fatta dagli scrittori della migrazione può trarre dei benefici dai nostri racconti.

Il cammino è ancora lungo perché ci dobbiamo confrontare alla situazione editoriale italiana e gli spazi di movimento non sono ampi. Tuttavia questo non ci impedisce di proporci ma soprattutto di cercare di proporre scritti interessanti e di qualità. Questo è il messaggio che lancia a tutti gli amici qui presenti.

Prima di concludere vorrei ringraziare tute le scuole d’Italia perché nel corso degli anni, loro hanno imparato a conoscermi e io loro attraverso i miei scritti. Ringrazio anche le associazioni che di volta in volta mettono il mio nome nelle loro iniziative e ribadisco la mia disponibilità ad essere presente quando si tratta di parlare di libri e di africa.

Paul Bakolo Ngoi

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