Relazione di Saidou Moussa Ba
La letteratura degli immigrati per favorire un percorso interculturale
di Saidou Moussa Ba
Approfitto del momento per salutare tutti. Mantova è una città molto importante per le sue caratteristiche culturali, e soprattutto è un luogo dove ormai da 5/6 anni si organizza il Premio Letterario per gli Immigrati. Importante perché da voce a coloro che non ce l’hanno, facendo emergere la ricchezza artistica di queste persone, che viene troppo spesso misconosciuta.
Per me è sempre importante venire a Mantova dove io posso narrarmi senza paura, sapendo che c’è già un ascolto.
Mi piacerebbe iniziare il mio intervento da questo fatto. Una mattina sono andato a lavorare in una scuola superiore, per un incontro con una classe dell’ultimo anno. Lo scopo dell’incontro era la visione e la successiva discussione comune del film “Questo vento mi fa male”. I ragazzi hanno reagito molto bene, approfondendo i loro pensieri e dicendo di aver modificato il loro modo di vedere. Tra di loro c’era un ragazzo silenzioso, ma che guardava con interesse. Così, senza rendermi conto che non era italiano, gli ho chiesto il suo parere. Lui subito mi ha risposto con una voce molto emozionata:
“Io sono straniero!”
“Di dove” domandai
“Del Salvador”
E così chiesi ai loro compagni se lo conoscevano. Ovviamente sapevo che la risposta sarebbe stata sì. Ma continuai chiedendo cosa conoscevano davvero di lui.
“È una bravo giocatore di calcio”.
“È simpatico, è aperto”.
Io continuai a chiedere:
“Ma ragazzi, questa è una cosa normale. Tutti giocano a calcio, possono essere più o meno simpatici e così via. Perché questo è il vostro modo di pensare, sono regole che definite voi. Ma di lui, della sua parte straniera, della sua essenza salvadoregna, cosa conoscete?”
Ci fu un grande silenzio.
Col mio sguardo potevo vedere il ragazzo del Salvador, come se fosse annegato e stesse cercando di riemergere. E subito gli chiesi:
“Tu hai mai raccontato qualcosa del Salvador?”
“Nessuno me lo ha chiesto!”
“E tu non hai cercato di raccontarlo?”
“Non trovavo mai il momento giusto!”
E, come una liberazione, cominciò a raccontare del suo Paese, della sua lingua, la sua cultura, il cibo..
I ragazzi erano molto interessati e meravigliati, e così hanno capito che il loro compagno oltre alle similitudini ha anche una sua diversità che lo fa essere la persona che è. Questo è stato un momento di arricchimento per tutti.
Alla fine dell’incontro parlai con l’insegnante che mi ha detto:
“Io ho fatto un errore. Ho sempre insegnato a questo ragazzo la letteratura italiana, la nostra lingua, parlando dei padri della lingua, di Dante e di Petrarca, di Manzoni, dimenticando la sua letteratura. Anche io mi sento in colpa come se l’avessi tenuto io sott’acqua”.
E da questo si capisce una cosa molto importante, e cioè che la letteratura può essere un valido strumento interculturale, perché può favorire la conoscenza reciproca, visto che oggi sono migliaia i libri scritti da francofoni e anglofoni non europei. E poi in Italia si può oggi vantare una nuova letteratura italiana scritta da immigrati: sono centinaia di racconti!
Questo forum vuole testimoniare la ricchezza di questa letteratura, che è nuova e trasversale.
Questi libri custodiscono delle parole; sarebbe bello poter capire il loro significato profondo. Nella mia lingua Pular “Xaala ko ndyam so ruffi Boftotaako” vuol dire: la parola è come acqua, se la versiamo per terra, non possiamo più raccoglierla”. Secondo me la cosa importante è capire che la parola è preziosa come l’acqua ed è simbolo di vita. Questi immigrati stanno rivendicando una cosa importante: il diritto alla parola. Quando si parla di intercultura, nel mio modo di pensare, vuol dire raccontarci e ascoltarci o, più semplicemente, contaminarci. Una parola che non piace tanto a un carissimo cugino che è uomo della Padania, che ha paura che gli stranieri inquinino la sua cultura e la sua identità, non considerando che oggi gli uomini della Savania, siedono sotto l’ombra del grande Baobab che cresce giusto in mezzo a Piazza del Duomo e ogni tanto mandano una preghiera anche alla Madonnina.
Tanti saluti a tutti e grazie dell’ascolto.
Saidou.
Condividi: