Io in dieci righe: Simone Carati

Sono nato alle 21.50 di una sera d’estate, pronto per un cinema in seconda serata. Dopo qualche anno di disegni incomprensibili ho imparato a leggere e a scrivere, ma il vero momento di gloria della mia infanzia è stato il giorno in cui sono riuscito ad andare in bici senza mani.

I nonni non mi hanno insegnato il dialetto, ma raccontato storie del cui incanto sarò sempre debitore. Volevo fare l’inventore per scoprire creando, e il pompiere per cercare avventure: poi ho capito che scrivendo si è un po’ artigiani e un po’ avventurieri. Sono un patito di caccia al tesoro, concerti, interminabili partite di pallone al campetto, reconditi scaffali delle biblioteche, esperimenti culinari e pesche sciroppate. E una di queste affermazioni è falsa.