Ho sonno o sono è tempo di non svegliarsi – Emma-Lisa Leveque

Racconto di Emma-Lisa Leveque
Ho sonno o sono è tempo di non svegliarsi

Sono le sette e quarantacinque minuti della mattina e tutta la locanda è nel silenzio, tutti stanno dormendo tranquillamente. I soli rumori che si sentono, provengono dai numerosi orologi disposti nell’insieme della casa ma per qualche strano motivo sembra che nessuno sia disturbato dalla loro presenza; sono tutti presi dal sonno e tuffati in qualche sogno.

Il pendolo gigante troneggia nel salotto per ricordare ai sui occupanti che il tempo è ricorrente e che non si può mai sfuggirgli. Sono le sette e cinquantasette minuti, Mister B. scende le scale con l’eleganza precisa che lo caratterizza per recarsi nel cuore pulsante dell’appartamento, il salotto. In piedi con il suo orologio da tasca in mano, pronto a sentire gli otto gong : uno, due, tre…  Per ogni colpo Mister B gode del suono acuto e potente che alle sue orecchie è  musica, simbolo di un buon inizio di giornata.

Le otto precise suonano, svegliando gli abitanti della locanda. Non  è a causa dei colpi delle ore, ma per le prime conversazioni vivaci che si animano tra Mister B. e la signora Armandina, la cameriera.

“Madame Armandina! Madame…” la sua voce corre in tutti i corridoi, per fermarsi davanti alla signorina che come in una partita di ping pong  risponde con qualche parola colorita. Ognuno di loro si lamenta della stessa cosa: l’incapacità di essere capito e di non essere trattato  nel modo giusto.

Mister B. si siede al suo posto abituale sul grande tavolo da pranzo aspettando con impazienza la sua colazione. Per passare il tempo aggiusta con cura ogni dettaglio nella presentazione di posate, piatti, tazze e tovaglioli, per un perfetto pranzo all’inglese.

Questa cura minuziosa dei dettagli viene  da un’antica tradizione di famiglia che mette prima di tutto, nell’ordine dei valori, anche prima dei sentimenti, il Galateo.

Alle otto e un quarto la Signora De La Courtisane, nel suo vestito lungo di satin di un rosso vivace, cammina sui tacchi di 12 centimetri, come una vera regina. Si dirige verso il palcoscenico principale della casa, il salotto . Ogni passo è controllato, calcolato, creando il fascino di una bellissima diva, sul cui  corpo, il tempo a prima vista non ha lasciato segni, ma… chi è quella ragazza che si nasconde dietro la Signora De La Courtisane? Una giovane fanciulla, dalla pelle così bianca, così delicata, una vera perla, persa, inghiottita dalla marea di stracci rossi del vestito di sua madre. Il suo abito scuro, sobrio,  risalta due occhi d’un verde intenso che fanno sprofondare in un abisso chi incrocia il suo sguardo.

Madre e figlia si siedono di fronte a Mister B.con un sorriso di circostanza.

Sono le otto e mezzo della mattina e le due sorelle Valdegan in modo precipitoso cercano di completare la loro toilette. Due vecchie zitelle stravaganti nel modo di vestirsi, di abbinare i colori tra loro, di ridere senza motivo o di  cominciare dei discorsi senza senso .

Anaconda, la più grande di altezza e di anni, è quella che nella coppia, dà gli ordini.

Quando si muove sembra un lungo filo di ferro difficile da seguire . Se una persona la incontrasse per la prima volta noterebbe i sui lunghissimi piedi impachettati dentro alle scarpe di colore . E’ il suo  modo per dire a tutti, “sì, ho i piedi grandi e allora?, sono belli così!”. Anaconda vive un’adolescenza prolungata che prende cura di mantenere accesa per non diventare adulta.

La più piccola somiglia, al contrario, a una pallina a cui abbiamo messo due gambe, due braccia e una testa con tante piume colorate. Anche essendo ben formata e di buona salute, si sceglie sempre degli abiti aderenti che accentuano la sua corporalità imponente.  Per quanto riguarda il suo carattere, Berta è un tipo  allegro, spensierato: passa il suo tempo a ridere e con grande pazienza ascolta sua sorella maggiore che si lamentai in continuazione .

Sono le otto e quarantacinque. Finalmente tutti gli occupanti della locanda si trovano a tavola.

Mister B. prende in mano il campanello che si trova sul tavolo e in un modo energico e continuo lo fa suonare per chiamare Armandina . Non avendo risposta, continua a scuotere  con forza il campanello rendendolo insopportabile agli altri conviviali.

Non riuscendo a contenersi, la Signora De La Courtisane interpella Mister B.

– Lei non può smettere di muovere il campanello in questo modo, è insopportabile!

-Non è colpa mia se lei ha dormito male. Non mi sembra anche il caso. Direi che lei  fa più rumore di un campanello,aprendo la bocca.

-Per l’informazione, questa notte ho dormito bene, niente mi ha disturbato questa notte. Lei smetta di portare su di me tutto il suo cinismo da vecchio stregone.”

La figlia per cercare di alleggerire l’atmosfera  chiede alle due sorelle come avrebbero occupate la loro giornata.

Contente di essere al centro dell’attenzione, si mettono a rispondere insieme con entusiasmo dicendo che a loro aspetta una giornata ricca e stupenda. Purtroppo, nella loro spiegazione, nelle risate che buttano in aria, sono responsabili dell’atmosfera tesa che regna  a tavola.

Alle otto e cinquantacinque ,Armandina porta per ognuno di loro la colazione. Il cibo servito da lei rispecchia il carattere di ogni conviviale. C’è una colazione inglese tradizionale, per Mister B., dolce in abbondanza per le due sorelle, una coppa di Champagne accompagnata da caviale e salmone per la Signora De La Courtisane e una tazza di tè senza zucchero per la figlia.

La signore  De La Courtisane, che non finisce mai di discutere con Mister B, decide di nuovo di ribattere: “Sicuramente lei ha dormito bene stanotte! Non ha sofferto  alcun disturbo!

Fingendo di non sentirla, Mister B. interpella Rosalina, la figlia De La Courtisane.

“-Signorina, lei ha dormito bene questa notte?”

Con grande timidezza, Rosalina risponde di sì. Appena lei finisce di pronunciare la parola sì, le sue guance bianche  diventano rosse come il vestito della madre.

“- Che domande fa! Mia figlia non ha preoccupazioni, si può solo dormire bene quando si è una ragazzina!

– Capisco! Dopo un silenzio riprende,  ho sempre ammirato la sicurezza, la certezza nel vostro pensiero.

– Perché? Lei, non usa questa modalità per confrontarsi e rapportarsi con le situazioni o con le persone?

– Mia cara, non buttate su di me  la vostrafrustrazione. Capisco la sua grande solitudine notturna ma non le permetto d’infangarmi con le sue parole

-Come si permette!! Lei utilizza sempre mia figlia quando non ha più argomenti. La scongiuro di non mischiare la mia giovane figlia nella sua degenerazione mentale.”

Cercando di superare  la sua timidezza e per di nuovo mettere un termine alla discussione Rosalina si butta a parlare. In un solo respiro, dice:

“-Grazie del suo interesse: riconosco che è stata una notte molto particolare, una notte splendida. Presa dall’insonnia,  ho potuto ammirare nel cielo  tante stelle cadenti e credo di essermi addormentata con questa bella immagine in testa, perché la mattina mi sono ritrovata sdraiata sul lettino del balcone.

-Sì, anche per me signorina. Chissà, se le nostre due anime si sono incontrate?   Rido non per prenderla in giro, ma per l’imbarazzo provocato dalla sua grazia . Lei risponde sempre con uno sguardo così intenso che provoca in me attrazione e desiderio nei suoi confronti.”

Tutto il resto del tempo del loro incontro  rimane la solitaria e noiosa colazione che si fa ogni giorno, che si ripete da troppo tempo, facendo perdere la verve dei litigi .  Si muore a fuoco lento in questa casa . Rimane solo il  ruolo degli occupanti dentro la locanda  per salvare le apparenze di un fasto di altri tempi.

Sono le dieci e dopo avere messo la pancia in pace, Mister B. si rilassa un attimo sul suo divano per prendere nota delle ultime notizie pubblicate sul Times. La signora Armandina si  porta  davanti a lui,  come un soldato, lettera in mano e con una voce ben piazzata si rivolge a lui:

“- Mister B., scusi se la disturbo, ma c’è un telegramma per lei, lo prende o non lo prende, signore? Non ho tutto questo tempo, signore!

–          Ho sentito, non sono sordo, un attimo!

–          Lo prende si o no?

–          Va bene, potete congedarvi…

–          E il telegramma?

–          Si, lo posi qui, buona giornata, signora.

–          Buona giornata Mister.”

Dopo avere letto con attenzione il suo giornale, decide con noncuranza di dare un’occhiata al telegramma. Apre la busta portando al suo naso un paio di occhiali e comincia la lettura ad alta voce:

Caro Signor B.,

Sono molto delusa dal vostro comportamento. Non mi aspettavo da parte vostra questo trattamento. Non credo che ci rivedremo, ho una  reputazione da mantenere, un nome da proteggere .

Addio, non cercate di contattarmi non ci sarò mai più per lei.

La vostra devota.

Anastasia

Sono le dieci e venti minuti  quando Mister B. finisce  la  lettura del telegramma. Si toglie gli occhiali per disporli delicatamente sul tavolino davanti a lui. Si alza con il messaggio tra le mani per dirigersi verso il caminetto, dà un’ultima occhiata al contenuto e con negligenza lo butta nel fuoco.

Non è la prima volta che riceve questo genere di lettere. Amante della vita, lo è anche delle donne. Più volte ha provato a condurre un rapporto durevole con una donna ma lo portava sempre al fallimento. L’ultimo legame forte l’aveva avuto i primi tempi della sua presenza nella locanda con la signora De La Courtisane.  Era all’epoca una bella fanciulla di una bellezza semplice; tutta diversa da quella di oggi. In effetti si può notare  una grande somiglianza tra la signora e sua figlia alla stessa età. Mister B. si era innamorato  tempo fa  della De La Cortisane e adesso della figlia Rosalina.

Che strani  scherzi fa la vita! Ti  confonde le idee e ti ripropone vent’anni dopo  la stessa donna  con cui aveva perso la testa ma nei panni della figlia.

Mister B. dopo la notte passata con Rosalina non è più lo stesso. E’ confuso. Capisce che sta invecchiando, è diventato troppo sensibile e debole alla carne fresca. Le stesse ragazze che gli hanno fatto passare gli anni più belli della sua vita,  adesso lo stano ammazzando.

E’ tempo di uscire per respirare aria sana.

Quando Mister B. esce, vuole godersi ogni momento. E’ per lui una sorta di libertà ritrovata. Come se potesse riprendere il tempo in mano per un attimo. Il suo credo  è  godersi la vita come un vero ragazzino aldilà della fattibilità e della sua età avanzata . Come nelle sue abitudini entra nella più bella pasticceria della città e prende i più grandi, i più gustosi dolci . Chiede di avere i più cremosi, quelli che quando li mangi non puoi evitare di sporcarti di cioccolato o di panna.

Con una bella confessione, si dirige verso il suo destino. Con i biscotti  in mano, segue la musica del suo cuore e segue la strada verso l’amore.

Si trova  davanti alla porta, pronto come un attore ad entrare in scena.

Rosalina è seduta al pianoforte e le sue mani incantano Mister B in una melodia di Vivaldi. Lui pensa  alla notte calda che ha avuto con lei. Si ricorda di avere incontrato le stesse mani che toccano adesso lo strumento, di avere avuto piacere in questa esplorazione. L’odore di lei, la sua pelle dolce, il gusto di pesca che l’aveva assorbito e nutrito tutto la notte, lo ritrova davanti a lui  non per lui ma per un volgare e insignificante professore di musica.

E’ ora  di entrare nell’arena del gioco e togliere ogni genere di concorrenza.

“- Brava, Rosalina, che magnificenza! Si vede che ha talento.

– Scusi signore, chi è lei? domanda il professore di musica

Con  aplomb Mister B. risponde – Direi lei, chi è?

– Sono l’insegnante di musica della signorina Rosalina

– Sbagliato, a partire da adesso non più. Sono io, il suo professore, “vous pouvez disposer”, non abbiamo più bisogno di lei.

–          Chiederò conto alla signora  De La Courtisane, arrivederci.

–          Ciao piccola, mi sei mancata, quanto sei bella! Sei il mio dolce preferito. Guarda che ti ho portato, Rosalina, amore mio. Tutto questo  per sedurti…

– Come si permette d’interrompere la mia lezione privata con il Maestro!

-Ma, non sono io, il tuo vero Maestro? Non vuoi imparare a suonare con me…

– Non sia volgare

– Ti amo, Rosalina, bambola. Con te ritrovo la mia gioventù

-Basta, lei non si accorge di me, ma vede in me mia madre quando era giovane. Lei si sbaglia sul  mio conto. Smetta di comportarsi da stupido. Siamo grandi tutti due…E’ vero, ho fatto di tutto per sedurla, ma adesso che ho avuto quello che volevo, non desidero più niente da lei. E’ finita. Vede, anche le donne possono giocare come lei!

– Mi piace questo nuovo gioco, sì, giochiamo!

-Lei vuole giocare con il fuoco alla sua età? Si guardi un attimo. E’vecchio, senza un soldo.  Le rimangano solo i vecchi ricordi e qualche signora in male d’amore. Mai fidarsi delle ragazze giovani e timide davanti alle loro madri!

Rosalina si avvicina a Mister B., gli dà un ultimo bacio di passione e lo lascia lì, da solo. Senza parole senza reazione, Mister B la. lascia partire . Per la prima volta nella sua vita, una signorina ha preso il gioco in mano e l’ha lasciato da solo, aggrappato al suo desiderio.

Con poco di energia che gli rimane Mister B. sprofonda  nella sedia. Vede davanti a lui la scatola di briosce e come una donna  lasciata dal suo amante, le divora una dopo l’altra.

Sono le quindici e dentro la locanda soffia un aria di cambiamento. La signora Armandina da  tempo cogita  un piano per rendere “pan per focaccia” a Mister B.  Oggi è il momento giusto per farlo. Rosalina dopo avere lasciato Mister B ritorna a casa come se niente fosse.

Armandina chiama tutte le signore della casa nel salotto. Sono le quindici e quindici e tutte le abitanti  per la prima volta sono riunite nella locanda per parlare di Mister B. All’inizio dell’incontro ognuna di loro inizia a fare i complimenti a Mister B, dicendo che con la sua presenza possono rimanere femminili, cosa indispensabile nella loro esistenza.

Armandina sentendo che queste donne cercano ancora di giustificarlo, di difendere l’indifendibile,  decide di metterle davanti alla realtà dei fatti. Adesso bisogna ritrovare la loro libertà, è necessario uscire dal dominio di quell’uomo. Sono le quindici e trenta, tutte le occupante della locanda sono scatenate, pronte a vendicarsi e per fargli pagare gli anni di soffocamento subito. Il piano è pronto, manca solo la preda, Mister B.

Sono le quindici e quarantacinque, umiliato, esausto  e nauseato, Mister B. rientra a casa. Prende le chiavi della locanda, apre la  porta. Tutto è buio, regna un silenzio anomale, non si sente più il rumore abituale dei diversi pendoli. I mobili della casa sono disposti in un modo insolito. Non riesce a capire e ad orientarsi tra le stanze. Per rassicurasi, dà  tutta la colpa ai dolci che ha mangiato. Si dirige al salotto e trova tutte le donne: sono sedute sui divani a ridere tra di loro. Cerca di attirare la loro attenzione ma è come se non ci fosse. Urla verso Armandina ma niente, non c’è reazione da parte sua. Stanco, decide di salire nei sui appartamenti per ritrovare la tranquillità e il controllo. Cerca la luce nel corridoio ma appena  riesce ad accenderla ed entrare in camera, la porta si richiude dietro di lui. Non riesce ad aprila, si gira e vede in torno a lui tutti i pendoli della locanda. Cerca di sbloccare la serratura per fuggire da questa visione. Chiama, urla ma nessuno risponde, prova ad aprire ancora ma senza successo. Un vero incubo, senza fine.

Sono le venti e tutti i pendoli suonano insieme, creando un rumore così forte che gli fa perdere i sensi e sviene dalla stanchezza.

Sono le otto della mattina, Mister B si sveglia in una stanza ritornata alla normalità. Ancora tutto sconvolto dagli avvenimenti della notte, si veste e, come  sua abitudine, scende per fare il suo gioco preferito, il capo. Quando è in salotto, non trova Amandina ma è da solo senza nessuno con cui litigare. L’altro elemento perturbante è  che non nota la  presenza dei pendoli. Mister B. entra in crisi, in panico. Gira per tutta la locanda per ritrovarli: non ce n’è una sola traccia. Il suo riferimento, il suo potere sulle donne di questa casa l’ha appoggiato sulla guerra psicologica del tempo che passa e adesso non gli rimane niente. Non  può  finire in questo modo. Bisogna lottare e difendersi  da queste femmine malvagie,  senza cuore.

Per fare notare la sua presenza, inizia ad urlare, a picchiare su ogni oggetto della casa che crea rumore, come barattoli, libri, piatti. Tutto questo bacano riesce solamente a far tremare i muri ma non a disturbare il riposo delle sue residenti.

Le sue chiamate cadono  nel vuoto; lui non è più al centro dell’attenzione in questa locanda. Disperato, stanco, si ripiega su se stesso come un neonato, aspettando una mano generosa per sollevarlo dalla sua agonia.

Sono le dieci della mattina, il sole brilla ed escono tutte le donne della casa. Sono fresche, allegre, leggere come l’aria della primavera. Questa nuova freschezza  le rende ancora più affascinanti. Una nuova energia emana dalla loro anima. Niente può fermarle in questa nuova vita di ragazze libere. Il passaggio dalla dipendenza da Mister B. alla sua liberazione è stato più facile del previsto. Tutte si chiedono perché non l’avessero fatto prima.

Mister B. non esiste più per loro, è diventato invisibile e senza spessore.

Sfinito, perso, inutile nel mondo che ha creato,  Mister B. esce di casa alla ricerca di una donna pronta a salvarlo. Da porta a porta, da ex amante a ex amante, Mister B cerca di ricostruire la sua unica ragione di vita. Gli manca lo specchio della donna per esistere. Vuole ricostruire il suo fasto che ha perso dentro la locanda ma si trova di nuovo davanti il muro dell’ignoranza.

Sconfitto, come ultima chance  si rivolge con proposte indecenti in strada  da signora a signora. Le sue folle richieste attirano l’attenzione solamente della polizia che lo prende per un vecchio degenerato, pericoloso, da allontanare della circolazione.  Mister B. così  da un giorno all’altro si ritrova in un letto d’ospedale psichiatrico con una dose massiccia di tranquillanti e divagando sulle sue conquiste femminili con una giovane bella infermiera che l’ascolta come si ascolta un vecchio pazzo. Le ultime parole comprensibili che dirà fino alla sua morte saranno: “ho sonno o sono è tempo di non svegliarsi”

Mi chiederei e le donne della locanda?  Loro sono un’altra storia che si apre . Dopo anni di privazione, di paure e di frustrazione finalmente si aprono alla vita . Nello stesso tempo in cui Mister B. muore in un letto psichiatrico, le donne gridano il loro piacere alla libertà dei loro sensi,  stanno  vivendo i loro anni più belli con feste, divertimenti e felicita senza nozione di tempo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *