Stralcio Romanzo vincitore 2007
Racconto Premiato 2007
Stralcio tratto dal romanzo di Duska Kovacevic, vincitrice del concorso eks&tra XIII edizione
(…) La vita, a volte, si rivela ostinata. O ti toglie tutto, o almeno così te lo fa sembrare, o tutto di dà, o almeno così te lo fa sembrare. Safet riteneva che la vita, dopo avergli fatto credere che tutto è perduto, o si stava perdendo, avesse cambiato musica e avesse deciso di suonare per lui solo le melodie allegre. Sarebbe eccessivo dire che il vuoto per la perdita della madre fu colmato, ma il tempo fece il suo dovere, e anche lui, nonostante agli inizi questa cosa gli sembrasse impossibile, riuscì ad elaborare il lutto e le sue circostanze in modo consapevole, e a farsene una ragione.
La situazione in casa si stava sistemando: i fratelli più piccoli non sembrava si sentissero trascurati, suo fratello più giovane era disposto a collaborare e gestiva le questioni famigliari con responsabilità, sua moglie era incinta, il che rallegrava tutti quanti. Safet invece aveva trovato lo scopo della sua vita nelle sembianze di una dolce fanciulla che ricambiava i suoi sentimenti e che avrebbe sposato non appena fosse diventata maggiorenne.
E Glauco Giacomini, dopo numerosi tentativi, non solo si fece trovare, ma pronunciò anche quel fatidico:
“Lunedì prossimo si inizia a lavorare. Presentati alle ore 09.00 al mio ufficio, che dobbiamo sistemare le carte e ripartire.”
Il futuro è sempre meno incerto quando non si teme di dover soffrire la fame. E finché Safet progettava il suo futuro con Zora, ma non riceveva nessun riscontro da Giacomini, mentre il gruzzolo del primo giro in Italia stava dissolvendosi, il futuro, sì, si tingeva di rosa, ma ogni tanto qualche pennellata di nero ci cascava. Un uomo può fare mille promesse alla sua donna, e a se stesso, ma se poi non dispone dei mezzi per realizzarle, finisce per sentirsi un uomo fallito. Questo è il chiodo fisso di Safet.(…)
(…)“Il comandamento “non desiderare la donna d’altri” non fu mai gradito da Glauco Giacomini, men che meno da quando vide la moglie di Safet. Quella florida bellezza lo folgorò, al punto che non desiderava altro che prenderla e mettersela in tasca, in modo che fosse solo sua. E più un uomo desidera la moglie altrui, più odia il di lei marito. Se poi il marito è un suo dipendente – per di più gelosissimo, che, accorgendosi dell’interesse che l’uomo in questione nutre nei confronti di sua moglie, non fa altro che lanciargli delle occhiatacce -, il superiore finisce per innervosirsi ed per adoperare tutti i modi per annientarlo.
Nel frattempo, il marito, accortosi dell’interesse che il suo superiore nutre nei confronti di sua moglie, se la prende con quest’ultima. Perché, se il superiore tra tutte le donne presenti in carteggiatura, si è invaghito proprio di lei, è perché lei gliene sta dando dei motivi. E la moglie, specie se un pochino trascurata dal marito, santa che sia, non trova nulla di male se il suo superiore la tratta con il rispetto che merita, perché, per lei, di quello si tratta, e non ci sono secondi fini. In verità secondi fini ci sono, eccome, solo che il superiore sa come camuffarli alle percezioni di un’innocente femmina che non disdegna platoniche attenzioni, del tutto innocue secondo lei”. (…)
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