Nuove Generazioni 2006
Raccolta Premiata 2006
Raccolta di poesie di Zarina Zargar. 13 anni
Vincitrice della Sezione Scuole XII Edizione Concorso Eks&Tra
MARE
Infinite onde blu
invadono la
mia mente.
Vecchi ricordi
assalgono la
memoria.
Poi le nuvole s’addensano
e subito
tornano ad incresparsi
come le onde di un mare.
Un mare di pensieri che
mi trasportano a
sognare sconfinate
distese e prati
d’intenso colore
blu.
LA MUSICA
Meravigliosa è
la musica.
Mi fa pensare alle
stagioni, al canto
degli uccelli ed
ai fiori.
A volte sento
le onde del mare
incresparsi ed infine
sbattere sulla
sabbia per asciugare
al sole.
Altre volte
sento il vento
accarezzarmi i
capelli nelle dolci
note di un flauto.
Affascinante è
la musica.
Mi fa
sorridere.
LIBERTA’
I gabbiani volano
liberi
nell’atmosfera
blu del cielo e
non hanno paura
che venga il giorno.
La libertà
vola leggera come loro
e non si può imprigionare.
Vola dentro il cuore sincero
di ognuno
e nessuno la può più
fermare.
PAROLE
Parole. Molte parole
sono state dette.
Molte parole
sono state perdute.
A che cosa sono servite?
Nessuno le ha
ascoltate.
Sono volate via
come foglie
d’autunno
in una leggera brezza
di primavera.
Sono state soffocate
dall’inquinamento
che occupa le città e
solo gli alberi più vecchi
riescono a ricordare.
Parole di pace
e di solidarietà sono
state celate
da qualche parte:
forse si dovrebbe
iniziare a cercarle
nel profondo del nostro
cuore dove spesso
si pensa
di non trovarle.
PAESAGGIO
E’ silenzioso
questo paesaggio.
A parte il frinire dei grilli, non si
sente nulla.
Ogni tanto passa qualche automobile.
Il cielo è colorato di un azzurro
intenso che, poco a poco,
viene schiarito
dalle nuvole.
Il suono dei miei passi
è sciolto nell’aria.
Ogni soffio di vento
si posa sulle foglie
degli alberi
che improvvisamente iniziano
a frusciare.
STORIA DI DUE GOCCIOLINE
Quel lunedì mattina era un grande giorno. Erano appena nate due nuove ed identiche goccioline d’acqua e si stava festeggiando il loro arrivo. Si chiamavano Chiara e Martina e tutte e due erano molto carine. Dopo qualche giorno, la madre aveva subito spiegato loro che non dovevano mai avvicinarsi alla palla dorata che bruciava sopra la loro testa. Infatti, era molto pericoloso e nuoceva gravemente alla salute. Dato che non erano state spiegate le conseguenze, le goccioline d’acqua se ne erano totalmente dimenticate. Le due sorelline si volevano molto bene e stavano sempre insieme. Da grandi avrebbero fatto tutto insieme e si sarebbero aiutate a vicenda. Per fortuna avevano preso quella decisione, perché almeno ogni volta che combinavano qualche guaio le sgridate erano divise per due. E se una ci rimaneva male, l’altra la consolava. La loro nuvoletta era popolata da altre e numerose goccioline come loro con le quali avevano fatto amicizia. Dopo poco, però, Chiara e Martina si erano stancate di stare lì con gli altri a fare sempre le stesse cose. Un giorno si erano furtivamente alzate all’alba e si erano sporte oltre i bordi della nuvoletta per osservare la città sottostante. Vicino a loro, era passato un grosso aereo e, per lo spavento, le due sorelline erano cadute. Si tenevano strette una all’altra senza più cercare di vedere sotto di loro. Durante la discesa, il vento era così forte che le aveva separate. Ora Martina e Chiara erano veramente disperate: era la prima volta che si separavano senza essere sicure di rincontrarsi. Con le lacrime agli occhi, Chiara scrutava la sorella allontanarsi sempre più velocemente mentre lei veniva spazzata via verso il mare. Davanti a lei, c’erano forme e colori che non aveva mai visto e dai quali era spaventata. Oh, se solo Martina fosse stata con lei! Ma ora non aveva tempo di pensarci. Stava per finire in mare! Lì aveva incontrato migliaia di goccioline come lei che erano felicissime di avere una nuova amica fra loro. Dopo aver sentito la sua storia, le avevano consigliato di evaporare con l’aiuto del sole. Il giorno dopo, il sole era cocente e Chiara si era lasciata trasportare su una nuvoletta. Aveva aspettato finché non aveva raggiunto il luogo in cui era nata e vissuta e ci era balzata su. Là tutti l’avevano accolta affettuosamente ma nessuno era riuscito a tirarla su di morale. Lei infatti pensava solo a Martina. Ormai Chiara si rifiutava di parlare e dormiva tutto il giorno. Sognava il ritorno della sorella dispersa. Una mattina, dopo tre mesi dall’arrivo a casa, Chiara era stata improvvisamente svegliata da urla di gioia. Subito dopo aveva visto correrle incontro la sorella. Anch’ella le era corsa incontro e insieme si erano rituffate nell’aria per un’altra mitica avventura.
GIULIA
Erano già tre settimane che Giulia si era trasferita da Torino a Roma eppure non si sentiva ancora parte di quel luogo. Ogni volta che entrava nella sua nuova cameretta le sembrava di essere a casa di qualcun altro. Non che non le piacesse di certo, dato che l’aveva scelta lei stessa. Ma anche se la sua casa era carina e confortevole non le bastava per dimenticare la sua vecchia abitazione. A parte quello, ciò che mancava di più a Giulia erano gli amici. Adesso era in quarta elementare ed erano in molti a voler far amicizia con lei. Le maestre erano gentili e cercavano sempre di darle una mano ma per lei non era facile sentirsi a suo agio. Il motivo del trasferimento era che i suoi genitori avevano divorziato. Secondo lei era una causa stupida ed anche se sua madre le aveva spiegato che in quel momento aveva bisogno di cambiare aria non trovava necessario quello spostamento. Infatti, pensava, sarebbero potute andare in vacanza in un posto lontano per poi tornare a vivere la vita di sempre. Comunque non se l’era presa con lei, perché si vedeva che era sconvolta anche se cercava di non farlo notare. Ogni sera Giulia, quando era al caldo nel suo letto, pensava agli anni trascorsi a Torino, a quanto si divertiva con la sua migliore amica Laura ed a quanto le mancava. Comunque, ormai, si era abituata. Adesso la sua compagna preferita era diventata Michela anche se non aveva ancora completamente sostituito Laura. E Giulia, nel suo inconscio sapeva che non lo avrebbe mai fatto. Giulia era una ragazzina studiosa e sua madre Isabel era tanto orgogliosa dei suoi ottimi voti che se ne vantava con tutti. Ogni volta che le maestre convocavano i genitori per parlare del rendimento scolastico degli alunni, la madre veniva omaggiata. Giulia era contenta di far felice la sua povera madre e faceva di tutto per non deluderla. Anche se le maestre parlavano sempre bene di Giulia in quanto era una studentessa modello, erano seriamente preoccupate perché l’alunna anche se cercava di nasconderlo sembrava molto triste e non parlava molto con le compagne. La madre, che dopo le insistenze delle insegnanti si iniziava a preoccupare, aveva cercato di parlarne con la figlia ma dato che non ci era abituata, aveva avuto scarso successo. Quindi, le aveva proposto di invitare qualche amica per divertirsi un po’. In seguito alle continue pressioni della madre, Giulia aveva accettato e così, spesso incontrava Michela. Adesso Giulia aveva quasi ritrovato l’allegria di sempre. L’unico motivo per il quale ancora si preoccupava era l’assenza del padre. Tutte le sue amiche ce l’avevano ma lei no. Giulia aveva sottoposto il problema a sua madre. Lei le aveva detto di non preoccuparsi perché c’erano molti altri come lei ed aveva chiuso bruscamente il discorso chiaramente infastidita. In seguito, per non far arrabbiare di nuovo la madre, Giulia non aveva avuto il coraggio di chiederle di vedere il padre. Sicuramente la madre non ne sarebbe stata entusiasta in quanto riteneva l’ex marito un irresponsabile. Giulia si rendeva conto che la sua scelta non sarebbe stata apprezzata ma comunque era un suo diritto decidere. Passato qualche mese, Giulia non aveva resistito ed aveva chiesto alla madre il permesso di andare dal padre. Con la madre stava bene ma sapeva che anche l’altro genitore la apprezzava. Proprio in quei giorni, capitava la settimana di stop didattico e lei aveva afferrato al volo l’occasione di precipitarsi dal padre tanto amato. Certo, la madre era gelosa ed avrebbe preferito andare a fare con la figlia una bella e riposante gita ma l’aveva lasciata scegliere. L’aveva accompagnata col treno, l’aveva lasciata davanti all’uscio dell’ex marito e se ne era andata prima che lui aprisse la porta. Sarebbe tornata a prenderla esattamente cinque giorni dopo per poi avere il tempo di prepararsi con calma per il ritorno a scuola. Giulia era entusiasta di ritrovare il padre. Lei si aspettava di vederlo cambiato mentre si rendeva conto, osservandolo bene di sbagliarsi. In fondo non era passato poi così tanto tempo! Suo padre Max l’aveva accolta a braccia aperte facendola entrare in casa. Viveva ancora nell’abitazione che nel primo tempo a Giulia era mancata tanto. Non c’erano stati molti cambiamenti ed a Giulia quella casa piaceva ancora parecchio. Dopo aver parlato per un po’ di tempo ed aver fatto uno spuntino, Max e Giulia avevano deciso di guardare un film. La giornata era passata in fretta e dopo aver cenato, Giulia era andata a dormire nella sua cameretta rimasta intatta. Quella notte non era riuscita a chiudere occhio anche se sapeva che il giorno dopo si sarebbe dovuta alzare presto per andare in un parco divertimenti. A giudicare dai rumori provenienti dalla sua stanza anche il padre non dormiva ancora. Probabilmente, si diceva Giulia, stava ancora guardando la televisione. Non sapendo cosa fare, si era alzata ed era andata in bagno. Al ritorno aveva pensato di salutare Max ma… erano le sue orecchie che la tradivano o aveva veramente sentito la voce di una donna? Aveva dato una sbirciata dalla porta socchiusa ed aveva capito di aver sentito bene. Suo padre stava abbracciando un’altra! No! Non poteva essere vero. Sicuramente la mattina si sarebbe svegliata e si sarebbe accorta che quello era stato solamente un brutto sogno. Senza il minimo rumore, Giulia era tornata nel suo letto ancora scossa dalla visione. Le cose si mettevano male. Se prima era improbabile che si addormentasse, ora era assolutamente impossibile. Oh, tutto sarebbe stato più facile se non si fosse mai alzata da quel maledettissimo letto! Nonostante ciò, Giulia era riuscita a prendere sonno. La mattina, aveva cercato di fare come se niente fosse anche se il padre la guardava con sospetto. In fondo non poteva rimproverargli nulla dato che era giusto così e poi se lo sarebbe dovuto aspettare. Comunque, Max avrebbe dovuto dirglielo dato che lei era sua figlia. Tuttavia passavano i minuti e nessuna parola veniva pronunciata sull’argomento. Nei giorni seguenti nulla era cambiato. Povera Giulia! Dopo il trasloco, ora doveva superare anche questo trauma. Ma Giulia era determinata. D’ora in poi non avrebbe sofferto più. Sarebbe diventata una psicologa e finalmente avrebbe capito come funziona la testa della gente. Passato il tempo stabilito, la madre di Giulia era tornata a prenderla. Giulia si era abbandonata sul sedile del treno che la riportava verso casa. La sua nuova casa. Per ora non poteva far altro che aspettare, guardando senza vederle veramente le immagini che si susseguivano velocemente fuori dal finestrino.
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