Ti affido i miei figliTC "Ti
affido i miei figli"
Vengo da lontano / Dai paesi lontani
Mi ha portato qui un uomo
Il tempo e l’amore mi hanno sconfitto
Lasciandomi nel deserto sola
Sono scolorita, sfigurata, ossidata
Ho perso tutto / Vivere mi è nemico
Come l’aria errante / Va la mia anima ormai perdente
A passare il fuoco della disperazione
Senza giacca di protezione
Voglio maledire il giorno
Che ho incontrato quell’uomo
E poi prendere il veleno dell’amore
Mi arrendo / Addio mio Claudio
Quello che è successo, è più forte di me
Addio mio piccolo Ruffino
Non è per volontà mia che vi lascio
Addia Zia Rosa
Ti affido i miei figli.
Il bufalo e il CongoTC "Il
bufalo e il Congo"
Appassionato di diritto / il tuo sguardo fa paura
nella foresta ti fai tu stesso la tua giustizia.
Qui tu guardi il Congo ingiusto
che nasconde la tua faccia di criminale.
Tu vedi e hai visto ma non parli.
Difenditi come nella foresta.
Scrivi almeno
perché la gente capisca la verità sulla nostra
morte.
Scrivilo anche sbagliando
chi ti leggerà, capirà che la lingua non è tua.
In questo Paese dove la verità non piace al potere
certo ti uccideranno,
ma almeno avrai detto già la verità, lasciato le
tracce,
denunciato l’ingiustizia, il terrorismo di stato,
le forze che tendono sempre a tenerci nello stato
eterno di sotto-sviluppo, la fame, la miseria,
questo gioco di lanciare la pietra e nascondere la
mano.
Così certo avrai salvato il resto dell’umanità.
Per aver visto e detto la verità
morirai occhi sempre aperti per vedere ancora
dopo la morte.
I capi degli altri sono furbi
i nostri solo delinquenti e assassini.
TC
""TC
""
Lo charme di un vu-cumpràTC "Lo
charme di un vu-cumprà"
Sono un vu-cumprà / Sono della cultura ambulante
Vendo accendini, braccialetti, delle cosette,
attraversando Paesi, fiumi, mari
/ conoscendo molte
persone.
Di alcune mi ricordo, altre no.
Imparo molte lingue, incontro diverse culture
ma di queste me ne resta poco.
Da me è così / Non faccio male a nessuno
Non giudico. Non ho casa
Della mia
semplicità, simpatia e la storia di vu-cumprà
si è
innamorata una bella milanese
eppure non
parlo bene l’italiano.
Mi ha detto
ancora che va di moda adesso
uscire con un
vu-cumprà.
Un nero fa bello, romantico, esotico, simpatico.
Poi i figli
vengono sempre belli e abbronzati.
Sono vu-cumprà ambulante.
Faccio chilometri e chilometri per andare a vendere.
Alla ragazza, ho regalato una collana in avorio
e le ho promesso un viaggio in Africa a piedi,
attraversando tutta l’Italia, Libia, Marocco fino in
Senegal.
Dal Senegal andremo a visitare il Congo.
Dormiremo dagli amici che sono come me.
Mangeremo nello stesso piatto, recitando prima il
corano.
Nangadef!
Abbiamo una bambina, io e mia moglie Laura.
Ma quando bisticciamo
lei e la bambina mi insultano sempre: / “Negro,
vu-cumprà.”
Finché un giorno avevo deciso di lasciarle e
tornare alla mia terra, terra di pace, terra di
vu-cumprà
portando nel mio borsone
la mia semplicità, simpatia, amore e tutti gli
accendini, orologi
Ripensando indietro
Laura mi ha seguito gridando e piangendo come una
pazza:
“Seidu amore, ti voglio bene
torna, scusami, non considerare la mia follia!”
Per amore mi sono girato e l’ho abbracciata
soffiandole nell’orecchio:
“Allora ti piace veramente il Nero, il vu-cumprà
Per favore non dirlo più perché questo è razzismo e
fa schifo. In Senegal, dove è nata la negritude
il razzismo non esiste. Dov’è la bambina?”
Nangadef!