Io in dieci righe: Vittoria Rubini
Gattona, inizia a camminare e scambiarsi figurine Pokémon nella ridente cittadina di Ruvo di Puglia. Colpita da una singolare forma di ansia ermeneutica, si rende conto di sostanziali difficoltà nell’esprimersi a pieno nella propria lingua madre e tenta di risolvere il problema prendendo a studiarne altre due nei più bei palazzi austroungarici d’Italia. Innamorata persa della bicicletta, gira con lei per le stradine di Cavana a Trieste, per poi approdare non molto dopo alle carreggiate a quattro corsie di Berlino est; decide infine che il posto migliore dove farsela rubare sia Bologna, se non altro perché un furto sotto i portici è molto più pittoresco di uno davanti ad un’ex fabbrica di suole di scarpe che adesso è in qualche modo diventata un club di musica techno. Ad oggi non sa ancora se la lingua le sia più nemica o alleata: nel dubbio, continua a scrivere.
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