Io in dieci righe: Fabiola Pia Troiano

Sono una sintesi improbabile, un disegno incomprensibile, un Kandisky in bianco e nero su una linea matematica. Navigo il bello e il cattivo tempo con una barca prestata e remo tra i buchi di palle di cannone autoinflitte, inseguendo l’Orsa Maggiore. Qualche amico mi ha scelto per condividere la solitudine, qualche altro rematore da lontano soffia aria sul fuoco delle mie ossessioni, qualcuno ha voluto che gettassi l’ancora. Ho gli anni che ho e mi sento di averli da una vita e il mondo mi appare storto o alla rovescia il più delle volte, quando non capisco che sono io a camminare a testa in giù. Scrivo segni su carta che mi appaiono senza significato, fantasticando che siano in qualche modo importanti, sperando che almeno qualcuno segua il mio filo in questo labirinto.