Io in dieci righe: Edoardo Spadaro
Sono nato a Ragusa, cresciuto a Modica, paracadutato a Bologna da un aereo di linea, mi sono incastrato tra le sedie e i tavoli stretti che odorano di ‘68 di una classe di filosofia di via Zamboni e non ho più trovato l’uscita. Gli autori di cui mi sono cibato maggiormente sono Maupassant, Nietzsche, Marx, Borges, Grass, Camus. Dapprima accecato dalla buia luce di Zarathustra oggi mi piacerebbe incontrare freund Fritz per strada e rullarlo di Kartoni, in quanto ho rifiutato i miti intuizionisti e mistici della borghesia decadente e in essi vedo uno dei mali della civiltà occidentale capitalistica, che passeggia su una strada vuota e senza nome, come nel film di Buñuel, avviandosi allegramente verso la terza guerra mondiale imperialistica, con le sue guerre preventive e i suoi muri di confine. Citazione preferita: «Un tiro di dadi non abolirà mai il caso».
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