Il segreto del racconto collettivo – Consigli di Enrico Losso e Daniela Masini

Volete conoscere il segreto per scrivere un racconto a più mani? Vi interessa davvero?

Chi meglio di noi (collettivo Wu Ming escluso!) può darvi una risposta esauriente?

Per chi non ci conoscesse (cioè tutti), siamo due umili amministrativi con la passione per lo scrivere. Nel 2012 abbiamo frequentato il laboratorio di scrittura creativa interculturale tenuto da Christiana de Caldas Brito e Wu Ming 2, organizzato dall’associazione Eks&tra.

In quell’occasione, ci siamo cimentati con la nostra prima esperienza di narrazione collettiva. Il minimo comune denominatore del nostro gruppo, formato da quattro individui provenienti dalle più disparate regioni d’Italia e del mondo, è stato, oltre alla voglia di raccontare, il consumo smodato di tè durante il travaglio creativo. Non per niente ci siamo battezzati Gruppo Çai (che vuol dire tè). Il risultato della nostra partecipazione al corso è un magnifico esemplare di racconto meticcio (senza pedigree), che potete trovare qui: www.eksetra.net

Un paio d’anni dopo, non paghi dell’esperienza e desiderosi di seguire il nostro guru della scrittura collettiva Wu Ming 2, abbiamo deciso di replicare, partecipando al laboratorio “Approdi. Storie dell’arrivo”, destinato per lo più a (ahinoi giovani) studenti universitari. Dovevamo limitarci a un ruolo organizzativo e invece ci siamo appassionati al progetto di creare la storia di un approdo in un territorio sconosciuto, a partire da documenti d’archivio. Così è nato un nuovo collettivo a tre teste chiamato Ultima Oliva (quiz: leggete il nostro racconto e trovate nel testo il perché di questo nome).

Detto ciò, siete pronti a conoscere il nostro segreto?

Ebbene, in realtà sono almeno tre: mai affezionarsi troppo a quello che si è scritto nella solitudine della propria stanza, accettare le critiche dei compagni e saper distinguere i casi in cui è opportuno cedere da quelli in cui vale la pena sostenere le proprie scelte.

Senza contare che bisogna trovare il tempo per incontrarsi: sincronizzate le agende! Ma quando finalmente ci si trova, le ore volano e il momento dei saluti arriva sempre troppo presto. E poi largo a e-mail, messaggi, telefonate, soste al bar e ogni strumento che possa agevolare lo scambio (sempre amichevole) di opinioni.

Ogni sforzo sarà ripagato dal piacere di condividere insieme a dei co-genitori la magia di una storia che a poco a poco prende forma e inizia ad avere vita propria.

Provateci anche voi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *