Provengono da tanti paesi diversi: Cina, Pakistan, Ucraina, Albania, Marocco. Hanno un unico obiettivo: imparare la lingua italiana. Sono gli studenti delle classi per stranieri del Cpia (Centro provinciale istruzione adulti) Metropolitano, che a San Giovanni in Persiceto ha dato avvio ad un progetto particolare: “scambiarsi” parole, per potersi capire meglio e vedere che in fondo le differenze non ostacolano ma aiutano.
Imparare la lingua italiana diventa così anche un modo per parlare di sè stessi e delle proprie origini attraverso le parole che si vogliono condividere.
Tutor del piccolo laboratorio è il poeta Gassid Mohammed, iracheno di Babilonia (guarda caso la città in cui si sono mescolate le lingue), che ha portato gli allievi a creare poesie partendo dalla condivisione della parole. Il progetto è dell’associazione Eks&Tra, che grazie alla professoressa Nicoletta Calvagna, insegnante del Cpia, ha sperimentato la possibilità di creare uno spazio di condivisione attraverso le lingue nelle classi per stranieri.
“Come si dice Cuore in Cina?” chiede Gassid. “Oppure in arabo, in rumeno, in albanese?”. C’è chi ha due parole, come in arabo: una per il cuore inteso come organo del corpo umano, e una per il cuore inteso come sentimento. Ci sono gli ideogrammi cinesi, che riconducono a concetti e metafore. E poi vengono messe in comune altre parole: amore, guerra, pace.
Le parole condivise sono la base per conoscersi, capire come la lingua di ognuno vive sentimenti universali con approcci differenti, creare una base paritaria per imparare le parole italiane.
Ogni studente si porta a casa le parole “nuove”, un piccolo tesoro di dono reciproco, con cui partire per comporre una poesia o un pensiero.
Alla seconda lezione Gassid legge le poesie che sono arrivate e dà consigli su come “giocare” con le parole.
I versi poetici sono contagiosi. Jessica della Cina trasmette il suo entusiasmo anche alla sua compagnia della domenica, tanto che, tra i suoi amici, c’è chi compone anche una lirica sulla “grigliata”.
Eccovi alcune poesie, esito del laboratorio di Eks&Tra tenuto da Gassid Mohammed nella classe di terza media per stranieri (ex classi 150 ore) a San Giovanni in Persiceto.
Amore
Mi tengo il respiro
Un respiro sollevato dai colori di primavera
Mi trovo dentro una luce di vita piena
di speranza, nostalgia
Mi spoglio dei pensieri che mi avevano piegato
Sorprendimi (Amore)
Il Castello
Il castello sta sulla collina
Alto e misterioso
Lui è nato per la difesa
Alla fine non può difendere…
quando lui diventa antico
Da quel momento
non è più importante come una volta
Nessuno lo ricorda inespugnabile nella guerra
Cambiare o essere cambiato
Scegliere o essere scelto
Finalmente ha aperto la sua porta
Che si spalanca nella pace
Lascia che il tempo accolga tutto
Tutto il combattere, il soffrire, il faticare
Piano, piano
si realizza nella nuova primavera
Guerra
A inizio primavera
finisce una guerra
si sentono pensieri tristi
per le famiglie che hanno perso
Con le lacrime agli occhi
che per terra son in molti.
La luce degli eroi si è spenta.
E’ per quello che canta la civetta.
Camminando per la strada
con la testa in giù
le mamme sono tristi
sempre più.
Biografia di Gassid Mohammed
Gassid Mohammed, poeta e scrittore iracheno, nato a Babilonia. Dopo aver conseguito la laurea a Baghdad, vive ora a Bologna, continuando i suoi studi e le sue attività culturali e letterarie.
Gassid è nel coordinamento bolognese di 100 Thousand Poets For Change, movimento artistico planetario, sorto tre anni fa in California, che mira a smuovere le coscienze sul ruolo dell’arte per il cambiamento sociale, chiamando a raccolta artisti di varie discipline, tra cui la poesia, da ogni angolo del pianeta. I fondatori del movimento sono Michael Rothenberg e Terri Carrion che lo hanno gestito interamente attraverso i social media sul web da un’iniziale pagina evento creata su Facebook, cui ha fatto seguito un blog per contenere le iniziative partite in concomitanza in vari paesi del mondo. Nell’ambito di 100 Thousand Poets for Change, unendosi simultaneamente a 700 iniziative sparse per il mondo in 115 nazioni, i bar, le librerie, i giardini, i luoghi storici di Bologna ogni settembre si aprono a oltre 80 poeti e alla poesia per costruire insieme nuove visioni di un mondo non straziato da guerre, diseguaglianze, inique distribuzioni delle ricchezze e sfruttamento insensato della Terra.
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